Albenga. “E’ inutile che il sindaco Tomatis dica in consiglio comunale che è ancora arrabbiato con me per il mio comunicato sull’Istituto Trincheri. Per evitare le mie prese di posizione avrebbe dovuto, semplicemente, prendere in mano la situazione e chiedere chiarezza ai vertici dell’Istituto, non dichiarare che si deve scegliere chi salvare e chi no. Cosa che ho fatto io, inviando all’Amministrazione e alla Direzione sanitaria del Trincheri cinque semplici domande per capire cosa era successo”. A parlare, in una nota, è Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia e assessore provinciale.
“Ecco le domande che ho fatto – spiega il consigliere di minoranza -. Nome e cognome, con data di nascita, dei pazienti deceduti dal 17 febbraio 2020 ad oggi, con indicato eventuale ricovero in ospedale e data decesso e, per i positivi al covid19, presenza di un’entità patologica accessoria durante il decorso clinico dell’infezione; nome e cognome nuovi ricoveri dal 16 febbraio ad oggi, con indicata la data di ingresso in struttura; pianta organica complessiva con elenco operatori in carico all’Istituto, interinali e da cooperativa; presenze e assenze (per malattia e/o per congedi di varia natura) del personale sanitario, medici infermieri oss e ausiliari, operativo in struttura dal 17 febbraio ad oggi; protocollo di prevenzione a tutela degli ospiti e dei dipendenti attuato. In particolare, a partire da quale data gli operatori, sono stati forniti di mascherine ffp2 oltre agli altri dispositivi di protezione individuale”.
“Ebbene – commenta Ciangherotti – con grande chiarezza, trasparenza e tempestività la Casa di riposo Trincheri mi ha risposto, inviando gli stessi documenti anche al comune, che quindi ora ha gli elementi per valutare cosa è successo. Da oggi, per di più ho chiesto alla direzione dell’Istituto di essere aggiornato, ogni due giorni, sulla situazione di potenziale vulnerabilità degli Ospiti e sulla necessaria continuazione di tutte quelle tutele e attenzioni affinché l’attività del personale sanitario e infermieristico si svolga nella massima sicurezza possibile. I decessi totali, tra i degenti dell’Istituto e quelli ricoverati in ospedale, aggiornati a ieri, sono stati 31, di cui uno con meno di 70 anni, tre fra i 70 e gli 80, ventisette ultraottantenni. Il primo decesso riconducibile al covid 19 risale al 26 febbraio. In totale gli operatori che ruotano attorno al Trincheri sono 60 tra medici, fisioterapisti, cucine, infermiere e via dicendo. I giorni di malattia danno dei dati molto interessanti e preoccupanti, a fine marzo ci sono state 139 giornate di malattia, ma in tutto il periodo i giorni di malattia sono decisamente più alti rispetto alle medie”.
“La chiusura totale della struttura è stata presa il 5 marzo, ma già dal 24 febbraio c’erano state limitazioni. Il 9 marzo il personale è stato obbligato ad usare la mascherina, mentre il 16 viene fatto obbligo di camici monouso, guanti, calzari, cuffietta, occhiali e, naturalmente mascherina. Giustamente, per problemi di privacy, nella risposta del Trincheri non ci sono i nomi dei deceduti, ma credo che la documentazione che è stata fornita a me e al comune sia abbastanza per poter valutare meglio quanto è successo. Mi chiedo se, per averli, ci volesse un consigliere comunale di minoranza o non fosse invece dovere del sindaco e dell’amministrazione comunale fare questo passo” conclude.