Football americano

Alessio Segrini, un pirata negli Stati Uniti: “Esperienza che aiuta a crescere e maturare”

Classe 2002, frequenta il quarto anno alla Layton Christian Academy: ""Qui lo sport è veramente connesso con la scuola"

Albisola Superiore. Lo sport italiano, per quanto riguarda l’anno in corso, si è fermato; anche il football americano ha dovuto fare i conti con la diffusione del Covid-19.

I campionati italiani tackle di Prima e Seconda Divisione e Cif 9 sono stati annullati. Per il mantenimento della forma, i ragazzi di coach Giuso proseguono con sessioni di allenamento via web. Un modo per restare comunque uniti e farsi trovare pronti per la ripresa delle attività che dovrebbe essere prevista, salvo imprevisti, per l’autunno con l’inizio delle competizioni delle squadre giovanile tackle.

Tra i giovani del team Pirates spicca Alessio Segrini, classe 2002. Il giovane pirata è ora negli Stati Uniti, dove è andato a frequentare il quarto anno alla Layton Christian Academy, nello Utah. Oltre a frequentare la scuola con ottimo profitto, Alessio ha giocato a football americano nel team del liceo, gli Eagles, che, in questo campionato, hanno raggiunto i playoff statali.

Abbiamo raggiunto Alessio telefonicamente e gli abbiamo fatto qualche domanda sulla sua esperienza americana.

Ciao Alessio, prima di tutto come stai?
“Molto bene grazie. Adesso anche qui purtroppo siamo in lockdown, continuano le lezioni ma la situazione è veramente surreale”.

Parliamo di sport: com’è andato il campionato degli Eagles?
“Quest’anno abbiamo raggiunto i playoff anche se con un record negativo 4-9 (vinte/perse). Siamo poi stati eliminati al secondo turno. Ma l’esperienza è stata tutto sommato positiva e performante. Il team è stato rinnovato con parecchi innesti di giocatori nuovi, tra cui il sottoscritto. Prima del campionato abbiamo subito l’infortunio in allenamento del quarterback titolare, che ha stravolto i piani di gioco e questo ha influito sul proseguo della stagione. Ho giocato in diversi ruoli perché qui negli Stati Uniti la mentalità è quella che tutti, compatibilmente con la taglia, devono imparare più ruoli. Infatti ho giocato principalmente ricevitore, che è il mio ruolo anche nei Pirates, ma anche ritornatore, cornerback e safety, quindi ruoli di attacco e di difesa”.

Parlaci delle differenze sostanziali ed in generale come si vive lo sport all’interno di una scuola americana.
“Qui lo sport è veramente connesso con la scuola, ad ogni livello. I programmi sportivi sono importanti come le materie di studio classiche. Ci sono molti programmi sportivi, ad esempio io ho giocato anche a basket. Per la scuola i risultati sportivi sono molto importanti alla stregua di quelli scolastici”.

I metodi di allenamento sono diversi?
“Sì, totalmente. Il campionato inizia a meta agosto e finisce a novembre. Ci allenavamo praticamente tutti i giorni dopo la scuola. Gli allenamenti duravano due ore e mezza. Si giocava di venerdì o di sabato, quindi gli allenamenti erano di quattro o cinque giorni alla settimana. La differenza sostanziale era nell’allenamento, molto intenso e quasi maniacale sulle ripetizioni per migliorare la tecnica. Le partite molto dure, non tanto per la fisicità ma quanto per l’aggressività. Gli allenatori fanno lavorare molto sulla concentrazione e sulla competizione con il tuo avversario diretto. Se non lo batti, il team perde. Ognuno deve battere il suo avversario, solo cosi la squadra può vincere”.

Che allenatori avevi?
“Parecchi ex giocatori di college di tutte e tre le Division dei college USA che vengono a fare esperienza e che mettono la loro al servizio dei ragazzi. Ad esempio quest’anno avevamo un ex running back di Tennessee Div I ed un ex linebacker dei Minnesota Golden Bears Div II. Noi come reparto ricevitori avevamo un ex ricevitore di Div I del Wisconsin. Il nostro capo allenatore è coach Fotu Katoa, di orgini tongane. In passato ha giocato parecchi anni in Div I ed è molto esigente”.

Come vivi nello Utah?
“Vivo in famiglia composta da i due genitori con due figli, un maschio ed una femmina che sono miei coetanei. Utah è uno stato molto bello, con numerosi parchi naturali”.

Un giudizio sulla tua esperienza?
“La consiglio a tutti. Non solo a livello sportivo dove ho potuto migliorarmi ed imparare. Anche a livello umano è un esperienza da fare. Ti confronti in un ambiente diverso, con mentalità diverse e questo aiuta a crescere e maturare”.

Grazie Alessio per l’intervista e ti aspettiamo per la prossima stagione da protagonista.
“Grazie a voi. Spero che la mia esperienza acquisita qui negli Stati Uniti possa essere di aiuto ai miei compagni Pirates per essere i protagonisti del prossimo campionato”.

Nelle foto: Alessio e in divisa Eagles e con l’head coach Fotu Katoa

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.