Storia(e)

Videochiamate, lavori in casa, libri, tv, musica e social: raccontaci la tua “vita ai tempi del coronavirus”

Uno spazio per le vostre voci, le vostre storie, le vostre vite "blindate" tra paure e riscoperte

vita ai tempi del corona

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Savona. Questa emergenza non è solo cronaca, ma (usando una parola grossa) è Storia: sì, perchè fra centinaia di anni, chi ci sarà dopo di noi leggerà di questo 2020. Un anno in cui per la prima volta in epoca moderna sono state messe in atto, in tempi di pace, restrizioni tipiche della guerra. Uno di quei capitoli ‘corposi’ nei libri (chissà se cartacei, digitali o cos’altro) che verranno nei prossimi secoli. E magari qualcuno si chiederà: “Chissà come era la vita ai tempi del coronavirus…”.

Mentre si è impegnati a passare il tempo ci si pongono domande essenziali per questi strani tempi: come è nato il virus? Perchè si è sviluppato in questo modo portando alla paralisi globale? Come se ne può uscire? Domande che incalzano nelle menti delle persone a casa in queste lunghe giornate, sullo sfondo di una trama surreale che fino a ieri solo qualche autore di romanzi aveva potuto pensare, immaginare e scrivere.

Quella che stiamo vivendo è una rivoluzione in tutti i sensi, non solo sotto il profilo sociale ed economico, oltre che sanitario, ma anche sotto l’aspetto psicologico e antropologico. Forse non saremo mai più come prima. Nel bene e nel male. Tuttavia i savonesi non si sono arresi e si sono adattati ad un nuovo contesto. Chiaramente domestico, viste le restrizioni imposte a spostamenti e movimenti come “terapia” principale al contenimento dei contagi e alla diffusione del virus.

Stare “blindati” in casa presenta certemente conseguenze sul bioritmo corporeo, ma consente anche una gamma di attività che molti savonesi stanno facendo. Domina la nuova socialità 2.0, con il cellulare, il web e i social assoluti protagonisti del “passatempo” da coronavirus. Impazzano, ad esempio, le videochiamate di gruppo: mancano i compagni di scuola e del lavoro, mancano le attività sportive e culturali a vario livello, mancano le serate e gli aperitivi con gli amici. Quindi si cerca di porre un rimedio, con un adattamento tipico delle capacità cognitiva umana, traslando il tutto alla piattaforma virtuale. E aumentano vertiginosamente i contenuti condivisi su WhatsApp. La tecnologia aiuta…

Alla reazione virtuale si affianca quella “fisica”: si fanno disegnare arcobaleni ai bambini, ci si affaccia dalla finestra e dal balcone per suonare o cantare. E proliferano giorno dopo giorno idee e proposte sulla base del monito imperante #iorestoacasa, perfino concorsi fotografici sullo scatto casalingo più bello.

Ma cosa fanno i savonesi nella giornate di “isolamento domestico”? Lo chiediamo a voi: raccontatecelo. Stando a quanto si vede sui social assistiamo ad una riscoperta della casa. E quindi spazio ai lavori e ai lavoretti rimasti in sospeso da tempo, stoppati dalla frenesia precedente all’emergenza. Non manca un ritorno alla televisione (tra palinsesti rivisitati e piattaforme streaming) ma c’è anche chi riscopre la lettura e chi si rifugia nella musica. Ma ora vogliamo sentire le vostre voci: scriveteci o mandateci foto a comunicati@ivg.it, mandateci i vostri audio su WhatsApp al 393/9101200, taggateci nelle vostre storie Instagram. Apriremo uno spazio tutto per voi, “La vita ai tempi del coronavirus”, in cui potrete raccontare e raccontarvi.

Stando a casa c’è tempo per riflettere, pensare e ragionare, nonostante i timori per l’emergenza e per quello che sarà. I savonesi vivono tra paure, incertezze, speranze, ottimismo, solidarietà e un nuovo senso di comunità locale e nazionale: un mix unico e speciale di sensazioni ed emozioni che costituisce, forse, l’unico aspetto positivo di questo triste periodo. Insieme alla forza, la resistenza, la primaria voglia di riprendersi quanto prima quello che c’era, apprezzarlo e amarlo ancora di più. Aspettando la “festa” che sarà.

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