Appello

Verdi: “Bitume a Zuccarello e Cisano, i sindaci ordinino immediata chiusura impianto”

Secondo il portavoce Castellazzi "da un anno i cittadini protestano inascoltati, inquinamento condiziona la loro vita"

Cisano/Zuccarello. “Dallo scorso anno i cittadini della Val Neva e della Val Pennavaire protestano inascoltati: ancora una volta chiedono giustamente la chiusura di una fonte di inquinamento che condiziona pesantemente la loro vita. Con una petizione inviata a tutte le autorità invocano una garanzia di sopravvivenza e di tutela della salute pubblica in un’area del ponente savonese impegnata a sviluppare attività turistico-ricettive in luoghi di elevato interesse storico e naturalistico. Un futuro negato dalla presenza di una azienda autorizzata, in una zona sottoposta a vincoli ambientali, a lavorare ‘bitume’ che porta inquinamento di aria e acqua con inevitabile danno per la salute degli abitanti”. A parlare è Gabriello Castellazzi, portavoce dei Verdi della provincia di Savona, che rilancia l’allarme dei cittadini di Zuccarello e Cisano Sul Neva in merito al bitume e ai fumi tossici.

“Nei giorni scorsi – scrivono i Verdi – bambini e anziani, bloccati nelle loro case perchè minacciati da coronavirus, hanno visto un progressivo addensarsi di fumi sprigionati dal camino del noto impianto che lavora bitume. Gli amministratori locali e regionali che tante volte si sono pronunciati a favore delle proposte dei giovani di ‘Fridays for future’ per una difesa attiva, e non solo a parole, dell’ambiente, devono finalmente ascoltare la voce dei cittadini e, accertati i livelli di inquinamento, avere il coraggio di adottare tutti i provvedimenti necessari a scongiurare danni ulteriori alla salute. I cittadini hanno il diritto ad una informazione aggiornata, tempestiva e comprensibile circa i livelli di inquinamento ambientale. Di fronte al bivio tra un insediamento industriale inquinante e uno sviluppo eco-sostenibile sono obbligatorie quelle scelte che guardano ad un futuro vivibile”.

Il bitume è un materiale semisolido (a temperatura ambiente) ottenuto dalla lavorazione del petrolio grezzo ed è una combinazione di composti organici ad alto peso molecolare “IPA” (Idrocarburi Policiclici Aromatici), con diverse quantità di zolfo, azoto e metalli pesanti (nichel, ferro e vanadio). “La lavorazione dei prodotti bituminosi – spiega Castellazzi – avviene con un riscaldamento che innesca processi di ‘cracking’ con formazione di sostanze pericolosissime secondo lo IARC (International Agency for Research on Cancer). L’assorbimento avviene principalmente attraverso l’inalazione di vapori, fumi e aerosol. L’emissione di queste sostanze raddoppia per ogni incremento di temperatura di 10°, il che rende essenziale una sorveglianza sanitaria molto precisa su tutti gli agenti chimici pericolosi (dati German Bitumen Forum)”.

“I sindaci di Zuccarello e Cisano sul Neva possono adottare provvedimenti urgenti a tutela della salute pubblica – prosegue ancora il portavoce dei Verdi – Infatti il Consiglio di Stato, con la ‘Sentenza 27/12/2013 sez. V (richiamati DPR 616/77 e L. 833/78)’, ha dichiarato la legittimità di un’ordinanza sindacale che consente l’immediata chiusura di un impianto pericoloso per la salute. La sentenza dice: ‘Spetta al Sindaco, all’uopo ausiliato dalla struttura sanitaria competente, il cui parere ha funzione consultiva, la valutazione della tollerabilità, o meno, delle lavorazioni provenienti dalle industrie cosiddette insalubri, l’esercizio della cui potestà potendo avvenire in ogni tempo e potendo esplicarsi mediante l’adozione, in via cautelare, di interventi finalizzati ad impedire la continuazione o l’evolversi di attività aventi carattere di pericolosità (es. esalazioni pericolose, ecc.)’. Che in Val Neva si diffondano fumi provenienti dalla lavorazione a caldo di ‘bitume’ è testimoniato da tutti i cittadini che abitano nelle vicinanze dell’impianto ed è evidente che questi fumi possono essere inalati da adulti e bambini. Inoltre se i fumi sono chiaramente visibili vuol dire che non sono stati messi i filtri obbligatori per il loro abbattimento. Il fatto danneggerebbe gli stessi operai addetti alle lavorazioni quindi devono essere rese pubbliche le analisi dei fumi nel punto di uscita dei camini nei momenti in cui l’impianto è funzionante”.

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