Lettera al direttore

Lettere

Insegnamento via web, replica alla lettera della studentessa liceale

La dirigente del liceo scrive alla studentessa e ai docenti

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Foto d'archivio

Cara Francesca,
quale Dirigente del liceo che frequenti intendo esprimere la mia sincera comprensione e solidarietà per il malessere ed i timori che esprimi nella lettera che hai inteso rivolgere alla ministra Azzolina.

Tuttavia mi permetto di rilevare, anche a nome dei tuoi docenti, come le difficoltà evidenziate, non siano in alcun modo imputabili al corpo docente: l’istituto ha fatto appello a tutte le sue risorse, professionalità, strumenti; i tuoi insegnanti, anche quelli meno avvezzi all’utilizzo delle nuove tecnologie, hanno frequentato la formazione organizzata dalla scuola per poter gestire in modo efficace le piattaforme digitali e le lezioni in remoto; si è cercato di calibrare i tempi delle lezioni in sincrono con le attività da svolgersi in modalità differita per evitare il sovraffaticamento dovuto ad una lunga esposizione al video terminale; con riunioni virtuali si è rimodulata la progettazione disciplinare declinandola sulle diverse forme e cadenze della didattica a distanza; si stanno esperendo diverse forme di restituzione delle consegne per garantire una assidua interlocuzione tra docenti e discenti che, sia pur in forma surrogata, possa sostituire il dialogo scolastico e tanto altro ancora.

Detto questo, cara Francesca, non posso che fare miei i timori di una maturanda che si trova a dover affrontare la preparazione del primo esame importante della sua vita in una situazione estraniante, sotto molto aspetti, surreale. Però voglio anche rassicurarti sul fatto che i professionisti della scuola non sono macchine per insegnare, aridi erogatori di conoscenze, ma sono anzitutto persone che vivono essi stessi la cupezza di questi giorni e il travaglio di una conversione forzata quanto inaspettata alla didattica a distanza.

Come persone e come professionisti della formazione sanno oggi di dover coniugare l’insegnamento della loro disciplina al di fuori dei paradigmi tradizionali; sanno che la necessità di dover declinare la didattica all’interno dei canali digitali comporta dei rischi, non ultimo quello di snaturarne l’assetto epistemologico e di dover ridurre la necessaria dimensione dialettica del processo insegnamento/apprendimento; sanno che la valutazione di un siffatto percorso non potrà seguire gli strumenti ed i metodi tradizionali; sanno che oggi ancor più di ieri la scuola si fa fornendo stimoli più che risposte preconfezionate, interrogativi più che certezze apodittiche.

Mai come oggi, siamo coscienti della nostra fragilità e mai come oggi siamo consapevoli della limitatezza ed imperfezione della conoscenza umana: fai bene Francesca a credere che non siano solo le nozioni a fare la cultura, così come è giusto ritenere che la grandezza di un uomo non si possa misurare esclusivamente sulla base delle conoscenze che possiede, ma piuttosto sulla bontà di ciò che sa fare utilizzando ciò che sa o le doti che la sorte gli ha consegnato.

Se, come dice Edgar Morin “conoscere è dialogare con l’incertezza” allora oggi, proprio per i tragici giorni che stiamo vivendo, ci è data un’occasione unica ed eccezionale per mettere a punto nuove conoscenze e per esplorare nuovi orizzonti: come ho già scritto nella lettera che ho inviato a voi studenti dobbiamo lavorare per trasformare gli impedimenti in opportunità perché, in ultima analisi a ben vedere, sono state le difficoltà, i limiti ad aver stimolato l’umano ingegno e il progresso trova la sua spinta propulsiva proprio negli ostacoli e nella volontà di superarli. Perciò Francesca affronta l’incertezza di oggi per quello che è: una dimensione collettiva in cui tutti siamo chiamati a rivedere le nostre certezze e ad abbandonare le strade conosciute e collaudate e pensa che il tuo esame, quando sarà e come sarà, ti troverà preparata perché la prova più difficile l’avrai già superata.

In ultimo, proprio perché la tua lettera ha toccato un nervo scoperto, cioè la difficile situazione in cui stanno operando non solo gli studenti, ma anche i docenti chiedo di pubblicare anche una nota che ho inviato ai “miei” insegnanti il 16 marzo scorso proprio con l’intento di ringraziarli per la silente e tenace azione che stanno portando avanti tra mille difficoltà e innumerevoli compromessi. Perché non bisogna dimenticare che se è vero che la scuola li ha forniti di strumenti e conoscenze, spetta però a loro il difficile compito di attivare quei canali, di dare corpo e anima a ciò che è virtuale, di insufflare alito vitale in ciò che è macchina, insomma di restituire al rapporto docente/alunno ciò la distanza gli ha tolto: il contatto, il costante rimando di sguardi e parole, la relazione magica che si crea all’interno di un’aula dove il più delle volte si fa lezione, ma, spesso, si fa anche cultura.

Ti abbraccio con stima e affetto,
Monica Carretto

La lettera della dirigente ai docenti del Liceo

Savona, lì 16 marzo 2020

Stimati Docenti,
la particolare contingenza che stiamo vivendo induce tutti noi a rivedere profondamente le nostre abitudini, i nostri rituali ed, in generale, il nostro modo di affrontare la quotidianità. Siamo “animali sociali” e indubbiamente la doverosa austerità richiesta dall’emergenza epidemiologica in atto ci impone uno sforzo notevole per reprimere la nostra naturale apertura verso “l’altro”.

L’isolamento sociale, il richiamo pressante ad evitare contatti ha avuto come effetto paradosso, proprio in questi giorni, la valorizzazione e l’enfatizzazione del senso di solidarietà e di comunione espresso e veicolato attraverso forme alternative di aggregazione sociale: gli applausi dai balconi, le luci, i concerti e cori alla finestra e quanto altro la creatività italiana ha saputo mettere in campo. Chiara espressione della nostra italianità: l’ottimismo, la capacità di trovare soluzioni inesplorate, la potente relazionalità che non conosce limiti e impedimenti e l’inneggiamento alla vita. Sempre.

Così per voi: so che buona parte dei “miei” docenti sta facendo l’impossibile per declinare gli argomenti in modo “digitalmente fruibile”, per fare in modo che la didattica a distanza non sia una mera (e odiosa) trasmissione di consegne e di compiti, ma il più possibile una forma di relazione che pur non potendo supplire al valore insostituibile della relazione umana, possa però servire per riagganciare gli alunni alla vita, alla scuola, al mondo, insomma alla normalità.

So che tra di voi anche i più refrattari al digitale hanno operato notevoli sforzi per trovare valide soluzioni di interlocuzione virtuale dimostrando una volta di più, se ve ne fosse bisogno, che anche i docenti più recalcitranti all’utilizzo delle nuove tecnologie sanno però piegarsi ad esse pur di portare avanti il vessillo della scuola e, con essa, della cultura.

Questo sforzo fa onore alla vostra intelligenza ed è chiaro indice dell’alto senso del servizio che vi muove.
Il mio ringraziamento va anche allo Staff oggi più che mai impegnato a tenere le fila di questa “conversione digitale” del sistema didattico, alla prof.ssa Donato che in qualità di animatore digitale, ha erogato preziose sedute informative e formative a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta e tutt’oggi continua a garantire il suo supporto alle azioni intraprese come un vero “facilitatore degli scambi e delle comunicazioni” .

Apprezzare il valore di ciò che si possiede solo quando questo viene meno, è un fatto frequente e comune a tutti noi: personalmente a me manca il vostro vociare, lo squittio degli alunni, la quotidianità degli incontri e lo scambio, il più delle volte frettoloso, di un saluto o di una battuta fugace. Mi trovo in una situazione surreale a presidiare un edificio vuoto dove, venuta meno la dimensione umana e relazionale, sono rimaste le brutture burocratiche a ricordarmi che la scuola continua e deve continuare.

La scuola va avanti. Va avanti grazie a Voi, alla vostra creatività, alla conoscenza approfondita della vostra materia di insegnamento che vi consente di gestirla anche al di fuori dei sentieri noti, delle strade già battute. Va avanti perché l’abitudine alla studio vi ha insegnato che la caparbietà e la tenacia, sulle lunghe distanze, sono carte vincenti.

Va avanti perché chi insegna bene lo fa con una dedizione che va ben oltre la logica dell’adempimento. Va avanti perché la storia della cultura e del progresso vi ha insegnato che gli ostacoli possono diventare stimoli, gli impedimenti opportunità e così, una volta rilevato il problema, sapete innescare l’umano ingegno e adoperarvi per la ricerca della soluzione.

Va avanti perché la vostra lezione non è solo quella che state facendo “a distanza”: la vostra prima e magistrale lezione l’avete data già nel momento in cui non vi siete annichiliti di fronte alle avversità ma avete saputo piegarle ai vostri disegni e alla vostra missione.

Per tutto questo e per altro ancora, Vi ringrazio. E questa sera, dal balcone di casa mia, applaudirò. Sarò probabilmente la sola ad applaudire : non utilizzo i social e non intendo avviare una campagna di sensibilizzazione, così come rifuggo ogni forma di facile spettacolarizzazione. Però immaginate che io in quel momento rappresenti l’intera comunità educante che plaude ai vostri sforzi, che vi esprime così la sua stima e l’apprezzamento per il vostro operato: questa sera, alle 21, il battito delle mie mani sarà per Voi.

La Dirigente Scolastica Reggente
Prof.ssa Monica Carretto

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