Dati

Economia, in Liguria un’impresa su 3 colpita dagli effetti del Coronavirus

Nel savonese 2.183 microimprese interessate che incidono per il 31,1% sull'artigianato del territorio

confartigianato
Foto d'archivio

Liguria. “Trasporti, ristorazione, benessere, alimentare: questi i settori in cui si concentra la maggior parte delle imprese artigiane più colpite dalla crisi dovuta agli effetti del Coronavirus in Italia”. A dirlo sono le ultime stime elaborate dall’Ufficio studi Confartigianato sulla base dei dati Istat.

“Ma sono esposte anche le microimprese della comunicazione, della lavorazione del legno, della moda, della riparazione e installazione di macchinari e gli esercizi ricettivi. 10.951 realtà produttive, il 33% dell’artigianato complessivo della regione, per un totale di 27.375 addetti” fanno emergere i dati.

“Complessivamente si tratta di quasi 396 mila micro e piccole imprese in tutta Italia (oltre un milione di addetti), la maggior parte delle quali (circa 148.700) sono concentrate nelle tre regioni finora più esposte al virus e dove sono state adottate le misure di contenimento più restrittive: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna” affermano da Confartigianato.

“Tornando in Liguria, il settore più colpito è quello del benessere, 3.806 microimprese in cui sono impiegati oltre 7.600 addetti. Seguono i trasporti, 2.360 microimprese e più di 4.300 addetti interessati, e l’alimentare (1.330 realtà, circa 6.600 addetti). Tra i più esposti anche il settore della ristorazione, che conta 1.238 microimprese e quasi 4 mila addetti. Interessati dagli effetti negativi dell’emergenza sanitaria anche riparazione e installazione di macchinari (876 realtà, più di 2 mila addetti), legno e arredo (639 imprese, circa 1.300 addetti), 353 realtà del settore moda, con 729 addetti, e infine comunicazione (340 aziende e 672 addetti) ed esercizi ricettivi (9 realtà artigiane e 24 addetti)” specificano da Confartigianato.

“La salute delle persone è sempre al primo posto – sostiene Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – ma non possiamo non tenere conto dell’emergenza economica causata dagli effetti negativi della diffusione del Coronavirus. A partire dal clima di timore e incertezza che, da una parte, sta profondamente condizionando le abitudini degli italiani e, dall’altra, sta rallentando gli scambi commerciali e i rapporti di business, anche con l’estero, delle nostre imprese”.

“I numeri parlano chiaro: in Liguria un’impresa su tre è esposta agli effetti dell’emergenza sanitaria – prosegue Grasso – Il rischio concreto è la chiusura di moltissime realtà, uno scenario che né la nostra regione, né il resto del Paese possono permettersi: sono necessarie misure che sostengano le realtà produttive di tutti i settori, nel breve e nel lungo periodo, ma anche provvedimenti utili ad allentare questo clima di paura”.

“Nel dettaglio provinciale, nel savonese parliamo di 2.183 microimprese interessate, che incidono per il 31,1% sull’artigianato del territorio. Quasi 5.400 i lavoratori. Anche in questo caso, la maggior parte delle realtà produttive sono attive nel settore benessere (820), seguono le 349 dei trasporti, 324 dell’alimentare, 274 della ristorazione, 154 della riparazione macchinari. 126 lavorano nel settore del legno e arredo, 73 nella comunicazione, 62 nella moda. Un solo esercizio ricettivo” aggiunge Grasso.

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