Albenga. Nel 2019 sono state ben 179 le ricerche anagrafiche effettuate da Alma Oleari, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Albenga. Una mole di lavoro considerevole, che conferma “l’importanza culturale e di memoria storica del territorio che riveste l’Archivio”, specie per tutti quegli italiani trasferiti all’estero (soprattutto in America) desiderosi di ricostruire il passato della loro famiglia.
“Dal 1984 tutti i documenti degli archivi parrocchiali della diocesi datati fino al 1940 sono custoditi nell’Archivio Storico Diocesano di Albenga – spiega Alma Oleari – Seduti ad un tavolo dell’archivio, si possono consultare carte preziose, catalogate, disinfettate e salvate dal degrado a cui erano soggette. Quindi possiamo trovare negli archivi parrocchiali tutti gli antenati, senza distinzione di sesso o di rilevanza sociale, compresi i neonati lasciati alla chiesa perché venissero dati in adozione e i defunti trovati per strada. Solo dal 1867 lo Stato Italiano istituì l’anagrafe comunale”.
Ma perché così tanti sudamericani, soprattutto argentini, hanno antenati italiani? Ecco la spiegazione: “Nel 1853 l’Argentina divenne una repubblica federale che profuse molto impegno nel progetto di colonizzazione agricola ed attirò gran parte delle popolazioni europee migranti. Tanti poveri liguri andarono in Argentina e negli stati limitrofi a cercare fortuna. Nel 2001 cominciò la fuga dal Sudamerica e la corsa ai passaporti dei discendenti italiani”.
A seguito di questi gravi fatti, il canonico Antonio Bonfante, archivista diocesano di cui Alma Oleari è stata “affezionatissima e giovane allieva”, iniziò da subito a fare ricerche genealogiche, in quanto arrivavano dall’America del sud molte richieste anagrafiche per la doppia cittadinanza.
“Da quel momento in poi, per conto della diocesi, svolgo ricerche genealogiche: l’unica condizione è conoscere il Comune di nascita dell’antenato. Durante il 2019 ho concluso con successo 179 ricerche anagrafiche. È un grande successo che sottolinea l’importanza culturale e di memoria storica del territorio che riveste l’Archivio Storico Diocesano”.