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Coronavirus, i sindacati: “Lavoratori della cooperazione sociale in difficoltà: occorre strutturare un piano nazionale”

"Le lavoratrici e i lavoratori sono in enorme difficoltà e senza i dispositivi di sicurezza, ma nonostante questa gravissima mancanza stanno continuando a lavorare"

test coronavirus

Liguria. Le organizzazioni sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl, Uiltucs, insieme alle centrali Confocooperative, Federsolidarietà, Legacoopsociali in quanto firmatarie del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore dei servizi sociali, sociosanitari, educativi e di inserimento lavorativo della cooperazione sociale, vogliono ringraziare “tutti i lavoratori e tutte le cooperative sociali impegnati congiuntamente, in una fase così drammatica per il paese, a tutelare l’occupazione nel rispetto del contratto nazionale”.

“Le lavoratrici e i lavoratori sono in enorme difficoltà e senza i dispositivi di sicurezza, ma nonostante questa gravissima mancanza stanno continuando a prestare la propria professionalità nei territori per erogare servizi alle persone in difficoltà. Lavorano nelle Rsa, nelle Rp, nelle strutture per minori, per persone con disabilità, a domicilio, presso le comunità psichiatriche, presso le strutture per persone con dipendenze, senza fissa dimora e migranti. Tali servizi sono essenziali per gli utenti e per le loro famiglie. I lavoratori impiegati nella cooperazione sociale di tipo A e B contano in Liguria circa 11.000 lavoratrici e lavoratori e garantiscono in quota parte il welfare italiano e conseguentemente la tenuta sociale ed economica del Nostro Paese”.

“Vanno pertanto sostenuti dalle strutture pubbliche deputate, in primis dalla Regione Liguria, da Alisa, dalla protezione civile, affinché siano agevolmente dotati dei necessari dispositivi di protezione. Va inoltre sostenuta e garantita la continuità dei servizi e dei redditi valorizzando, anche attraverso una necessaria azione congiunta con il sistema delle autonomie, quanto previsto dal decreto Cura Italia”.

“Va ora sostenuto e strutturato un piano nazionale a sostegno dei servizi sociali, sociosanitari ed educativi per il contenimento del coronavirus, in quattro punti: tutelare e garantire la continuità dei servizi sociali, socio-sanitari ed educativi, consentendo che siano riorganizzati nelle modalità più consone al momento; garantire la continuità del reddito alle lavoratrici e ai lavoratori attraverso l’applicazione dell’articolo 48 del decreto legge numero 18 del 17 marzo 2020; dotare i servizi sociali, socio-sanitari ed educativi di idonei dispositivi di protezione e strumenti adeguati affinché si possa evitare il contagio degli operatori che lavorano, oggettivamente, in condizioni precarie. Tali dispositivi dovranno essere distribuiti anche alla rete che fa assistenza nei centri residenziali e domiciliare fin da subito, a partire dalle zone in difficoltà; costituire un fondo nazionale straordinario e temporaneo di sostegno e compartecipazione per la continuità dei servizi sociali e socio-sanitari essenziali”.

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