Finale Ligure. Porte chiuse (a chiave?) e cancelli aperti. A distanza di circa un’ora dalla conferenza stampa in cui il governatore della Liguria Giovanni Toti ha comunicato la presenza di un nuovo caso di coronavirus all’interno dell’hotel Corallo di Finale Ligure, la “macchina della quarantena” pare non essere ancora partita.
Al momento, infatti, la vita all’interno (e soprattutto all’esterno) della struttura ricettiva sembra scorrere come se nulla fosse, come se l’albergo non sia destinato ad essere isolato per evitare contatto tra i contagiati (e ipotetici contagiati) ed il resto della comunità finalese.
Fuori dall’albergo, infatti, non è ancora giunta alcuna delle istituzioni (personale sanitario o forze dell’ordine, ad esempio) che dovrebbero essere coinvolte nella creazione del “cordone sanitario” che nelle prossime ore cingerà il Corallo.
Per mettere in moto la macchina si attende che il sindaco della città, Ugo Frascherelli, firmi l’apposita ordinanza che predispone l’isolamento: fino ad allora nessuna misura del genere potrà essere predisposta.
Al momento, dunque, il rispetto dell’isolamento è lasciato unicamente alla correttezza degli ospiti e alla vigilanza dello staff dell’hotel.
Solo pochi minuti prima delle 20 (cioè un’ora dopo la conferenza stampa di Toti) è giunta un’auto della protezione civile.