Lettera al direttore

Cordoglio

Un mese da quando Engy del Bar Benzi è volata via

di Roberto Nicolick

angela bar benzi

E’ trascorso più di un mese dalla notte in cui Angela ci ha lasciato.
Non riesco a non passare dal bar dove lei era spesso seduta, senza cercare istintivamente, con lo sguardo quella piccola figura di donna, dai capelli argentei, la quale da dietro alla vetrate rispondeva al mio cenno di saluto alzando una mano.
Era un must, passare dal bar Benzi, notarla seduta a guardare i clienti, entrare e prendere un caffè, lei cortesemente ti invitava al suo tavolino e mentre sorseggiavo il famoso caffè del Bar Benzi, scambiavo quattro chiacchere con Angela.

Io e moltissimi altri, ovviamente, non era l’unico privilegiato a scambiare delle parole con lei, era il giacimento culturale del quartiere, sempre attenta, osservava quello che accadeva nelle vie attorno al Bar e qualche volta, non sempre ma quando lo riteneva necessario, ti rendeva edotto degli sviluppi sociali.
Quindi non era solo piacevole parlare con Engy, ma era anche utile allo stesso tempo. Il suo volare via ha lasciato un vuoto enorme, nei suoi cari, in sua figlia, in sua nipote e in suo genero ma lo ha lasciato nel panorama umano e sociale del quartiere dove lei viveva e dove soprattutto lavorava in cucina, era un’ottima cuoca, poco prima di lasciarci, aveva preparato molte teglie di lasagne al ragù, come se avesse un presagio, questi suoi prodotti hanno continuato loro stessi, a tramandare il suo ricordo e la sua arte, ancora per qualche giorno come se lei fosse ancora tra di noi.
Quando uscivo da casa mia che dista pochi passi dal bar, il suo viso era la prima cosa che vedevo, scherzando, un giorno le dissi che lei era come la piccola vedetta lombarda, descritta tanto bene sul libro Cuore di De Amicis, dallla cui posizione privilegiata cui nulla sfugge, e lei mi rispose con un leggero sorriso che Lombarda non era, ma bensì Calabrese, si e che comunque una vedetta si sentiva.

Sto pensando alle centinaia di persone di tutti i tipi, che , ogni giorno di ogni settimana, sono entrati e usciti dal bar Benzi e ai loro occhi, che per anni, hanno guardato questa piccola, ma indomita sentinella vestita di scuro con i capelli argentei, seduta sulla sua sedia, spesso con il capo reclinato, vinta dal sonno e dalla fatica, per tutte le innumerevoli ore spese in cucina a preparare vivande e prodotti da servire.
Dovunque si trovi Engy è sempre attenta ai suoi cari, attraverso i suoi occhi scuri e penetranti pronta a stendere su di loro un velo protettivo, la ricorderemo sempre così con affetto e simpatia per tutto quello che ci ha dato.

Roberto Nicolick

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