Vado Ligure. Si è svolto ieri l’atteso vertice ministeriale sulla situazione della Sanac, che riguarda direttamente lo stabilimento di Vado Ligure che occupa 80 persone.
All’incontro hanno preso parte funzionari del Mise, commissari e segreterie sindacali provinciali e nazionali, oltre alle Rsu. La procedura di acquisto del gruppo specializzato in refrattari industriali è stata rinviata a fine febbraio, in attesa di vedere se si potrà concretizzare un accordo tra Governo e Arcelor-Mittal: naturalmente il destino di Sanac è legata al futuro dell’ex Ilva di Taranto e alla stessa presenza in Italia del colosso franco-indiano.
Per Sanac, infatti, si parla di acquisto, mentre per Taranto e Cornigliano di contratti in essere per l’affitto del ramo di azienda. I commissari sono in stand by, con la prospettiva di dover ricercare potenziali nuovi acquirenti qualora fosse definito il passo indietro di Arcelor-Mittal.
Per il sito industriale vadese sono previsti carichi di lavoro pieni fino a fine febbraio, mentre per il mese di marzo si prevede già una lieve flessione in relazione alla situazione di incertezza.
Inoltre, è stato chiesto un incontro alla Regione Liguria con l’assessore Andrea Benveduti, sollecitato anche dal vice sindaco di Vado Ligure Fabio Gilardi a cui prenderanno parte anche le organizzazioni sindacali di categoria, con lo scopo di sensibilizzare le istituzioni.
Già nei mesi di dicembre e gennaio per una quindicina di lavoratori è scattata la cassa integrazione per qualche giorno dopo aver smaltito le ferie. Tuttavia non è stato ancora reso esecutivo dal Governo l’emendamento per l’integrazione salariale della Cigs per arrivare al 70% sulla retribuzione: appena sarà firmato il provvedimento saranno elargiti gli arretrati alle maestranze coinvolte dalle misure di ammortizzatori sociali.