Appello urgente

Giusvalla, frana minaccia la stabilità di una casa dove vive un disabile

Richiesta alle istituzioni: "Abbiamo bisogno di un aiuto per poter continuare a vivere qui dove abbiamo investito tutto"

frana giusvalla

Giusvalla. Un ingente smottamento di terra mette a rischio la casa di una famiglia di residenti dallo scorso novembre, ma nonostante le richieste di aiuto alle istituzioni, ad oggi, nessuna risposta.

Danilo Pichetto vive con la moglie a Giusvalla da vent’anni. Una coppia di genovesi, amante della campagna, che ha deciso in passato di trasferirsi ai confini della Val Bormida e ha investito tutto ciò che aveva per assicurarsi una qualità della vita al di fuori del traffico e del caos quotidiano. Una scelta, quella dei coniugi, che nel corso degli anni è diventata l’unica chance per far sopravvivere il figlio maggiore, Luca, quattordicenne, nato senza un bronco e con un polmone atrofizzato, per il quale i medici dell’ospedale Gaslini hanno consigliato di continuare a vivere in una zona lontana dallo smog. Per questo motivo, nonostante Danilo sia un dipendente della Amt, l’azienda di trasporto pubblico del capoluogo ligure, e ogni giorno vada a Genova per lavoro, la coppia non vuole abbandonare la sua dimora sulle colline di Giusvalla, in località Sotto le Cascine, dove abitano solo altre due famiglie e dove è presente una Agrifattoria, anche questa, a sua volta, danneggiata due mesi fa dalla furia del maltempo.

“La voragine che si è creata a pochi metri dalla nostra casa ha creato un danno che è stato quantificato in oltre cento mila euro, cifra che servirebbe per realizzare una palizzata funzionale al contenimento del fronte franoso e alla messa in sicurezza della struttura – spiega Danilo – E’ vero, si tratta di una proprietà privata, ma purtroppo abbiamo due stipendi da operai e non possiamo permetterci un esborso così ingente. Come ci è stato consigliato dal sindaco di Giusvalla, due mesi fa abbiamo presentato richiesta di aiuto alla Regione, ma, ad oggi, non solo non è pervenuta alcuna risposta, ma non abbiamo nemmeno ricevuto la visita di qualche tecnico per un sopralluogo”.

E ancora: “Se la nostra situazione famigliare fosse diversa, probabilmente riusciremmo a reagire in modo diverso, ma è per nostro figlio che continuiamo a lottare per poter vivere qui, dove lui si è ambientato, anche con i compagni di scuola di Dego, dove frequenta la secondaria di primo grado, come, del resto, la sorellina più piccola. Chiediamo un sostegno, in tutti i sensi, per far sì che la nostra casa, come la nostra vita, possa essere resa sicura”, conclude Danilo.

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