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Coronavirus, nello spezzino il secondo caso in Liguria: la donna di Alassio non è grave

Si tratta di un uomo di 54 anni arrivato da Codogno

Generica

Liguria. Dopo la turista lombarda ad Alassio, un’altra persona è stata trovata positiva al test per il coronavirus. Si tratta di un uomo di 54 anni ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova in buone condizioni. È arrivato da Codogno.

Lo ha riferito il presidente della Regione Giovanni Toti: “Ci sarà il secondo tampone dopodiché la vidimazione nazionale, ma abbiamo ragioni per ritenere che sia un caso confermato. Stiamo ricostruendo la catena epidemiologica”.

L’uomo è stato ricoverato quest’oggi all’ospedale della Spezia, nel reparto malattie infettive: “Anche per questa persona – ha detto Toti – stiamo ricostruendo, come per Alassio, la catena epidemiologica. Si sa già che è passato per la zona rossa di Codogno per sue attività hobbistiche e poi è ritornato a casa. Anche in presenza di questo secondo caso non cambia l’ordinanza emanata che resta in vigore fino a domenica, se la prorogheremo verrà deciso non prima della riunione con il governo di lunedì mattina.” “La situazione è seria – ha sottolineato Toti – ma non bisogna drammatizzare, in serata ho dato l’intesa al decreto emanato dal presidente del Consiglio dei Ministri che prevede linee guida per le regioni con focolai e in questo modo si proseguirà, almeno fino a domenica, a meno che domani, in accordo con il Governo, non vengano assunte misure più restrittive per determinate zone”.

Anche nel comune spezzino di Pignone il sindaco Ivano Bacellone ha emesso una ordinanza sindacale per i familiari del paziente ricoverato al S. Andrea della Spezia e risultato positivo al coronavirus affinché rimangano in isolamento obbligatorio presso le loro abitazioni, dopo la quarantena a cui si sono volontariamente sottoposti una decina di suoi colleghi. L’ordinanza è stata preventivamente condivisa dall’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone e da ALISA che stanno accompagnando tutta la struttura comunale nella gestione dell’emergenza.

Al momento in Liguria è in atto da parte delle strutture sanitarie e della task force di Alisa sull’emergenza Coronavirus una sorveglianza attiva su 325 persone, 25 nella Asl 1, 165 nella Asl 2 – dove si trovano gli alberghi interessati ad Alassio, 40 nell’Asl 3 genovese, 33 nell’Asl 4 del Tigullio e 85 nell’Asl 5 spezzina.

Oggi sono stati effettuati altri 5 tamponi, risultati negativi. Ma c’è attesa per altri 3 tamponi su ospiti delle strutture alberghiere di Alassio.

“Sono due casi di importazione, collegabili alla zona rossa del focolaio epidemico – ha detto Giancarlo Icardi, direttore del dipartimento di igiene dell’Università di Genova – Non abbiamo a che fare con un super virus ma semplicemente un virus nuovo. Il fatto di andarlo a cercare non è per il gusto di fare indagini epidemiologiche, ma per garantire la salute della popolazione e mitigare gli effetti. Il fatto di isolare i pazienti e i loro contatti ci consente di bloccare il più possibile la catena epidemica. Stiamo facendo il massimo”.

L’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia antiinfettiva, ha confermato le buone condizioni della paziente del San Martino e ha ribadito che “si tratta di un’infezione che decorre in maniera lieve e solo in piccola percentuale in modo grave. Anche questo caso confermerebbe che le condizioni sono discrete e che, se non fosse stato per il momento epidemiologico in corso, la signora sarebbe stata gestita a casa dal suo medico di base. Nel 90% dei casi è una patologia che si autoelimina e che può essere più impegnativa nel 10-15% dei casi e solo nel 5% può avere un andamento critico. Siamo comunque pronti con farmaci sperimentali per usarli nel caso le condizioni dei pazienti si facessero critiche”.

Quanto all’emergenza: sono sei, una per ogni punto 118 e vengono sottoposte a decontaminazione dopo ogni viaggio. L’assessore Viale ha ricordato la prosecuzione dei tavoli tecnici che si sono riuniti oggi “per condividere le azioni e la diffusione di informazioni a tutti gli operatori sanitari e per far conoscere al meglio le modalità di accesso al sistema. Stiamo puntando ai 25.000 operatori sanitari del nostro servizio sanitario, ma anche agli operatori della sanità privata per evitare difformità sul territorio regionale. Abbiamo inoltre ribadito a tutti di non recarsi presso gli studi medici ma di telefonare. Inoltre abbiamo aumentato alcune unità lavorative presso la Asl 1 e la Asl 2 e chiesto ai pediatri e ai medici di medicina generale di essere reperibili dal lunedì al venerdì. Tenendo conto che nel fine settimana è previsto il servizio di continuità assistenziale della Guardia medica”.

Infine sono state sistemate tre tende per il triage di pazienti che manifestano sintomi respiratori e alterazioni febbrili e che si recano, in autopresentazione, al pronto soccorso: nei pressi del pronto soccorso del San Martino, dell’ospedale Galliera e dell’Istituto Gaslini.

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