Appello

Allarme Coronavirus, gli operatori turistici savonesi: “Urgente applicare la legge a tutela della categoria”

Il Sib: "Regole chiare per 30.000 aziende balneari italiane, le uniche in grado di difendere il turismo italiano”

sib balneari
Foto d'archivio

Liguria. Gli operatori turistici savonesi – in una nota congiunta sottoscritta da Federazione Italiana Pubblici Esercizi Savona, Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione Savona, Federazione Italiana Venditori Ambulanti Savona, FAITA FederCamping Savona, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari Savona, Sindacato Italiano Balneari Savona, Federalberghi Savona, Federazione Italiana Associazioni imprese Viaggio E Turismo Savona, Sindacato Italiano Locali da Ballo Savona, Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti e Savona FederModa –  intervengono sull’emergenza Coronavirus, che rischia di danneggiare anche il turismo che, per la Liguria, si rivela fondamentale soprattutto per gli stabilimenti balneari. “L’emergenza sanitaria preoccupa anche i 30.000 imprenditori balneari italiani – afferma Antonio Capacchione, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio – la stagione estiva è in serio pericolo specialmente in quelle regioni che sono meta tradizionale dei turisti stranieri”.

“Più che contributi economici – continua Capacchione – chiediamo al Governo, in questo momento, l’applicazione della legge nazionale n. 145/2018 che ha disposto il rinvio di quindici anni della scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti, troppi i Comuni che, ancora oggi, sono colpevolmente inadempienti”.

“Si tratta di un provvedimento, a costo zero, fondamentale per l’intero turismo del nostro Paese – conclude Capacchione – che già oggi si trova ad affrontare momenti drammatici a causa di questa emergenza sanitaria. Sono previsti milioni di presenze in meno e una perdita economica pari a miliardi di euro. Dobbiamo puntare sull’offerta dei servizi di spiaggia, fiore all’occhiello e tradizione del nostro turismo, per rilanciare l’intero settore ed incentivare gli investimenti. Solo in questo modo potremmo arginare quell’incertezza che attanaglia tutti gli operatori preoccupati, soprattutto, dalla competizione nel mercato internazionale delle vacanze”.

Sulla stessa linea anche il Sib di Savona, consapevole di quanto sia importante il reparto balneare savonese per il turismo: “Le categorie del commercio e del turismo, della Provincia di Savona, ancora schiacciate dal peso della caduta di ponti, strade e gallerie, si trovano a dover affrontare ora le conseguenze del Coronavirus. Sebbene con la convinzione che tutte le misure per evitare/limitare il contagio siano state messe in atto, ci riuniamo a contare i danni sapendo che il bilancio, purtroppo, non è consuntivo ma assolutamente provvisorio e non abbiamo strumenti per dare una misura attendibile di quelli che saranno alla fine di questa vicenda”.

“Esercizi commerciali – continua il Sib – aperti con orari ridotti e pubblici esercizi chiusi. Settore tessile e moda in gravissime difficoltà. Comparto Turisto ricettivo in ginocchio per le continue disdette dall’Italia e dall’estero, con disposizioni addirittura dei Governi di appartenenza, per paura. I gestori dei Bagni Marini, già particolarmente provati da anni di sofferenza dovuta alla Bolkestein, impossibilitati a fare programmazioni sullo svolgimento delle attività e per tutte le piccole attività a conduzione familiare che, non avendo dipendenti, vivono delle proprie risorse. Tutto questo, con la stagione turistica alle porte, con una Pasqua a breve, sulla quale gli operatori stavano già lavorando e riponendo speranze per il decollo di una stagione prospera. Speranza che ora non c’è più. Svanita non per un senso di disfattismo ma per una mancanza oggettiva di qualsiasi elemento che possa ragionevolmente ribaltare la prospettiva”.

La sezione savonese del Sib conclude chiedendo a gran voce quattro interventi considerati fondamentali: “Davanti a questa incertezza gli scenari futuri, anche occupazionali subiranno turbolenze che avranno inevitabilmente ripercussioni sociali gravi. Per tutti questi motivi oggi ed altri ancora, le categorie chiedono che: venga riconosciuta la grave situazione di difficoltà economica e che quindi sia istituito un “fondo per i danni derivanti da mancato guadagno” capace di ammortizzare le perdite; vengano predisposti sostegni all’occupazione anche stagionale con sgravi contributivi e possibilità di sospendere contratti di lavoro, nonché la possibilità di attivazione della cassa straordinaria in deroga per i lavoratori nel caso di riduzione significativa di arrivi/presenze e la previsione di clausole straordinarie di elasticità per evitare il blocco delle assunzioni con conseguente danno sociale inestimabile; la sospensione di tasse e tributi locali e statali, pagamenti rate mutui e finanziamenti a data da destinarsi e infine l’esenzione alla compilazione dei modelli ISA per l’anno 2020, i cui risultati economico finanziari poco deriveranno dalla capacità dell’azienda di essere competitiva e sana”.

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