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“Toti parla mai di cultura?”: l’appello di un nostro lettore

Bruno: "Spesa pubblica deve essere nuovamente orientata per favorire gli investimenti"

studenti albenga patrimonio culturale
Foto d'archivio

Liguria. “In questi giorni, mentre il presidente della Regione gira la Liguria stingendo mani, facendo promesse ed attaccando il governo, sorge una modesta domanda: ma è mai entrato in questo vortice di incontri e di parole in un museo, in un cinema, in un teatro, in una biblioteca o si è mai fermato un secondo a guardare un monumento o un’area archeologica?”. E’ così che inizia il commento dell’esponente dei Verdi Danilo Bruno, rivolto all’operato del presidente Toti.

A noi Verdi ciò non risulta e ci dispiace, se le cose stanno proprio così, poiche’ conferma i cinque anni di governo dei centrodestra ovvero: la cultura non è l’elemento decisivo per fondare il sentimento comune di cittadinanza delle persone residenti in Liguria e di chi vi è ospite. Sotto tale aspetto infatti potremmo citare uno dei luoghi privilegiati da Toti ovvero Savona dove il museo Pertini apre solo due ore alla settimana (in barba all’idea lanciata da Toti di Pertini come modello di figura politica), il museo archeologico langue senza contributo comunale pur appartenendo all’ente pubblico, il museo della ceramica è avviato ad una progressiva privatizzazione, la biblioteca civica in grave crisi di fondi e di prospettive”.

“A questo punto noi Verdi vogliamo dire: basta ed esprimere chiaramente che la spesa pubblica deve essere nuovamente orientata per favorire gli investimenti in campo culturale dove da decenni ormai più nulla viene investito mentre essa potrebbe divenire il volano per un rilancio economico virtuoso della Liguria” prosegue Bruno, determinato.

“Noi infatti crediamo che in primo luogo: musei, biblioteche, teatri, cinema e tutte le altre strutture debbano essere messe in rete in modo da poter avere ad esempio a) per i musei sedi con orari di apertura precisi, una direzione scientifica e attività precisa di curatela delle collezioni, che devono poter essere promosse ed esposte anche a rotazione, oltre a depositi e programmi di attività didattica. Essi però devono essere adeguati agli standards internazionali fissati dall’International Council of Museums (ICOM – struttura dell’UNESCO preposta a ciò)”.

“Bisognerebbe poi – aggiunge Bruno – programmare proprio con l’ICOM un percorso di formazione del personale museale sia a pagamento che volontario oltre ad un programma che permetta in un numero ragionevole di anni di raggiungere i livelli internazionali sopraindicati. Bisogna poi concordare con le Diocesi e con il Polo Museale Ligure adeguati programmi di valorizzazione poichè non è pensabile che non si sappia mai quali musei, aree archeologiche, siti monumentali, siano visitabili magari programmando un periodo di vacanza”.

“b) per le biblioteche occorre ripensare alle esperienze esistenti di sistemi bibliotecari in modo da favorire la lettura e lo scambio di idee. Spesso la biblioteca può anche divenire la sede di studio, di lettura e di esperienze comuni per giovani e anziani in particolare nelle zone montane e/o periferiche” considera ancora l’esponente dei Verdi.

“In Liguria vi sono state esperienze importanti in tal senso: sistema della comunità montana ingauna, sistema della provincia di Genova e del comune di Finale Ligure. Si tratta solo di trovare la giusta collocazione al personale specializzato (bibliotecari) e ai volontari oltre ad aprire un dialogo con l’Associazione Italiana Bibliotecari (AIB)”.

Inoltre, “c) per cinema, teatri, bisognerebbe a forme di sostegno diretto agli spettacoli da produrre in Regione e da portare in giro nel territorio regionale valorizzando le strutture esistenti dallo Stabile di Genova alle Orchestre Sinfoniche puntando a riprendere l’esperienza del Decentramento Culturale Ligure,che aveva portato alla nascita di importanti spettacoli in Liguria. Devono poi essere valorizzate le esperienze esistenti: Festival di Cervo, Festival di Sarzana”.

“Bisognerebbe poi parlare di tante altre cose; recupero dei contenitori di archeologia industriale, favorire la creatività artistica, ridare un ruolo alla Cineteca Regionale e al Centro per i Dialetti ma il discorso diventerebbe troppo lungo per un centrodestra, che probabilmente ha perso la via ‘della cultura'” conclude Danilo Bruno.

 

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