Sottrazione costante

Rubano le pietre dalla chiesa per realizzare un muro a secco: denunciati dai carabinieri

È successo a Piana Crixia: nel mirino dei due ladri improvvisati, la chiesa dell’Assunta di San Massimo

Chiesa dell'Assunta di San Massimo

Piana Crixia. È costato la denuncia a piede libero per R.B. di 66 anni originario di Piana Crixia e A.L., 44enne di origini albanesi, il furto aggravato dalla Chiesa dell’Assunta di San Massimo – una chiesetta oggi sconsacrata risalente al 1772 – delle pietre del campanile che a novembre scorso era crollato per il maltempo e lo stato di abbandono in cui versava.

I due sono stai intercettati da una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Cairo, in collaborazione con i Carabinieri della Stazione di Dego, mentre erano a bordo di un trattore che trainava il pesante carico di pietre che i due utilizzavano per realizzare un muro a secco nella proprietà di R.B.

La segnalazione è giunta da alcune persone che nel tempo hanno notato una “diminuzione” delle pietre del vecchio campanile ipotizzando una sottrazione lenta ma costante.

Chiesa dell'Assunta di San Massimo

Le indagini avviate hanno permesso di accertare che quello interrotto non era infatti il primo carico; i due avevano già realizzato una buona parte del muro che dalle verifiche fatte si sviluppava per una lunghezza di circa 10 metri per una altezza media di 1,5 m ed inoltre nella proprietà del R.B. era presente un altro grosso cumulo di pietre arenarie uguali a quelle presenti sul rimorchio del trattore e corrispondenti a quelle del campanile della chiesa crollato.

Sebbene la chiesa non sia consacrata ormai da diversi anni, risulta ancora nella disponibilità della Curia che per il tramite del Parroco di Piana Crixia non ha inteso, almeno per ora formalizzare alcuna denuncia.

Eseguiti i primi accertamenti, le due persone sono state accompagnate prima presso la Caserma di Dego e successivamente presso gli uffici della Compagnia di Cairo per procedere alla completa identificazione del cittadino albanese che sino a quel momento aveva riferito di chiamarsi in altro modo. Gli accertamenti hanno consentito di identificare con certezza l’uomo a carico del quale è risultato un ordine di carcerazione, emesso nell’aprile del 2015, dalla Procura Generale della Repubblica di Ancona a seguito di una condanna per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Il materiale asportato, il manufatto in pietra ed il mezzo utilizzato per trasportare le pietre sono stati sequestrati, mentre A.L., terminata la redazione degli atti è stato associato presso la Casa Circondariale di Genova Marassi in esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso nei suoi confronti. L’uomo italiano è stato deferito per avere impiegato manodopera extracomunitaria non regolare sul territorio italiano.

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