Magliolo. Nonostante il riserbo degli investigatori sia massimo, l’ipotesi che i resti del cadavere ritrovati oggi pomeriggio nei boschi di Magliolo siano del carabiniere Luca Catania si fa sempre più strada. Proprio la vicinanza del punto dove è avvenuta la macabra scoperta rispetto all’abitazione dell’uomo di cui si sono perse le tracce nel 2016 sembra avvalorare sempre di più la possibilità che si tratti proprio di lui.
Il corpo è stato ritrovato a poche centinaia di metri, in linea d’aria, dall’abitazione dei genitori. Il punto in cui si trovava, però, un dirupo estremamente impervio e difficile da raggiungere, è stato probabilmente decisivo nell’impedirne finora il ritrovamento nonostante l’utilizzo, all’epoca, anche di cani molecolari e termocamere. In ogni caso l’identificazione non è ancora certa, anche se il ritrovamento di una pistola tra gli oggetti personali reperiti accanto ai resti umani rappresenta un altro indizio a favore di questa tesi.
Nella foto, in alto a destra la zona dove vivevano i genitori (nei pressi della chiesa) e in basso a sinistra l’area dei dirupi in cui è stato ritrovato.
Lo scorso 10 gennaio il fratello Danilo aveva reso pubblica una lettera in cui faceva gli auguri a Luca per i suoi 50 anni, nella speranza che fosse l’ultimo compleanno senza sue notizie.
Luca Catania, il 7 ottobre 2016, dopo aver detto alla moglie di dover andare ad un corso per lavoro (mentre ai colleghi della caserma aveva detto di essere ammalato), era uscito di casa a piedi e con la pistola d’ordinanza, ma senza portare con sé documenti, soldi e il suo marsupio con tutti gli effetti personali, mentre il suo cellulare era stato resettato completamente; inoltre, non aveva lasciato alcun messaggio ai familiari o ai colleghi.