Esito

Funivie, fumata grigia dal vertice al Ministero: tempi lunghi e incertezza sul sostegno ai lavoratori

Si lavora a decreto per sostenere i lavoratori, ma la querelle giuridico-legale è ancora tutta da risolvere

Savona. Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto… Conferme e garanzie dal Ministero dei Trasporti sulla volontà di mantenere l’infrastruttura, considerata strategica, e la sua funzionalità, dall’altro tempistiche troppo lunghe sulla ripresa delle attività e ancora incertezza sul sostegno al reddito dei lavoratori.

Fumata grigia, quindi, dal vertice a Roma sulla vertenza di Funivie Spa, che interessa l’intera filiera delle rinfuse del savonese.

Per il Mit rimane un settore vitale e che non sarà abbandonato, tuttavia la volontà dell’azienda di una revoca della concessione complica l’iter di una soluzione positiva: non solo il blocco dei finanziamenti per la mancata copertura dei parchi carbone a Bragno (20 mln di euro fino al 2022), ma anche i danni subiti alle linee di trasporto per l’ondata di maltempo sono stati l’ultima mazzata per Funivie Spa e la sua economicità nel proseguire con i lavori di ammodernamento dell’impianto e la produzione industriale complessiva.

Sulla lettera di Funivie Spa indirizzata al Ministero sarà interessata l’Avvocatura dello Stato per capire le conseguenze e gli scenari possibili: “Senz’altro la querelle legale e giuridica allunga i tempi e questo non giova ad una prospettiva di ritorno alla normalità” afferma Fabrizio Castellani, segretario della Filt-Cgil savonese. “Oltre alla conferma del blocco dei fondi ministeriali non ci sono neppure certezze sui 16 mln di euro destinati ad Italiana Coke (da parte del Mise), risorse che in parte spetterebbero a Funivie come creditrice e che sarebbero una prima boccata di ossigeno rispetto alle difficoltà dichiarate dall’azienda”.

La situazione di stand by, inoltre, aggrava tutta la procedura degli interventi di ripristino dei piloni danneggiati dal maltempo: oltre 12 mesi, secondo quanto indicato nell’incontro odierno. Su questo aspetto non sono mancate polemiche politiche, con diretto riferimento alla possibilità di utilizzare i fondi del Dipartimento di Protezione Civile stanziati dal Governo per i danni post alluvione e dirottati alla Regione Liguria, una possibilità sulla quale non ci sono state indicazioni concrete da parte dell’ente regionale presente con gli assessori Berrino e Benveduti.

Al tavolo ministeriale hanno preso parte anche i funzionari del Mise e del Ministero del Lavoro, in quanto al centro del vertice c’erano le misure di sostegno al reddito dei lavoratori: “Anche su questo punto siamo in attesa di risposte, in quanto sarà necessario un decreto ad hoc, utilizzando il plafond previsto per l’area di crisi complessa nel savonese, ma i tempi sono davvero stretti e i passaggi burocratici, Governo-Ministero del Lavoro-Inps, non sono semplici”.

“I lavoratori non possono aspettare questioni di carattere giuridico o peggio ancora schermaglie politiche da campagna elettorale per le elezioni regionali: subito le azioni di protezione per le 87 famiglie coinvolte dalla vertenza, intanto, e poi mettere mano ad una vera e concreta prospettiva industriale e quindi occupazionale, per Funivie e per l’intera filiera delle rinfuse savonesi: Governo e Regione devono fare la loro parte” conclude il segretario Castellani.

Gli assessori regionali allo sviluppo economico e al lavoro, Andrea Benveduti e Gianni Berrino, hanno chiesto al Mit “chiarezza per il presente e occasione di sviluppo per il futuro”.

“Avevamo già suggerito una strada praticabile al Governo, con una lettera del 10 dicembre alla quale non era seguita alcuna risposta – aggiunge Berrino – Questa mattina abbiamo dunque chiesto di farci sapere nel più breve tempo possibile chi farà cosa: il ministero del lavoro deve attivarsi immediatamente per la concessione della cigs agli 87 lavoratori, per la quale ci sono ancora 20 milioni di fondi non utilizzati. Ma occorre farlo in tempi brevissimi perché la deadline per i lavoratori è alla fine di gennaio”.

“Il maltempo delle scorse settimane – continua Benveduti – ha danneggiato le installazioni di un’azienda che già versava in uno stato di difficoltà. La fragilità infrastrutturale e del territorio, unita alla deindustrializzazione degli ultimi decenni, è simbolo del dramma che ci ritroviamo oggi a vivere. Oltre a sottolineare l’importanza della tutela di ogni singolo posto di lavoro, abbiamo nuovamente chiesto una chiara e definita strategia relativa a questa antica, ma modernissima nella concezione, infrastruttura”.

“Riteniamo non solo che debba essere velocemente ripristinata l’infrastruttura danneggiata, ma che debba essere esplorata la possibilità, con ulteriori investimenti, di estendere le opportunità di business, a garanzia di una piena sostenibilità economica. Un servizio ‘green’, integrato alla portualità savonese, tramite il quale nuove aree per movimentazioni e stoccaggi potrebbero essere messe a disposizione, con ulteriori possibilità di sviluppo e lavoro e maggiori e più solide possibilità di concessione. Chiediamo finalmente di sapere, ammesso che esista, la strategia industriale e infrastrutturale del governo. Altrimenti si dica chiaramente che il futuro è il trasporto su camion e che un’altra parte della nostra storia industriale verrà abbandonata. Senza dimenticare la questione contigua di Italiana Coke”.

Anche la Provincia di Savona oggi ha partecipato all’incontro convocato dal capo di gabinetto presso il Mit. Il presidente Pierangelo Olivieri ha “confermato e ribadito quanto già esposto e comunicato dagli assessori regionali, dai colleghi amministratori e dalle parti sociali, con assoluta priorità per la tutela dei lavoratori e la salvaguardia dei posti di lavoro. Per parte mia si è evidenziato al ministero l’assoluta urgenza di intervenire concretamente per il ripristino dell’impianto funiviario: ho ribadito in particolare come la già precaria situazione della viabilità comprensoriale, aggravata in maniera significativa dai fenomeni dei mesi scorsi, non sarebbe in grado di fare fronte in maniera sistematica e per lungo tempo al sovraccarico rappresentato dal ulteriori 160 mezzi pesanti al giorno, come stimabili per sostituire la portata dell’infrastruttura”.

“Questa specifica situazione rientra nel quadro ben noto di complessiva necessità di interventi sia di emergenza che, soprattutto, strutturali e di programmazione, con l’assegnazione al comprensorio savonese di risorse adeguate e strumenti normativi di accelerazione procedurale specifici, analoghi a quelli disposti a seguito dell’emergenza genovese. Ho pertanto ribadito la richiesta del territorio di procedere in tal senso, con l’apertura di un tavolo tecnico per le infrastrutture savonesi, come richiesto al ministro De Micheli in occasione dell’incontro nell’immediata post emergenza, ribadito al sottosegretario Margiotta, con il quale sono istituzionalmente in contatto, e formalizzato nella lettera aperta del 6 dicembre scorso, che porterò nella forma di documento da condividere a tutti gli enti nell’incontro convocando per venerdì 17 prossimo”.

I consiglieri regionali del PD Giovanni Lunardon e Mauro Righello, in occasione, sollecitano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a configurare l’intervento infrastrutturale come somma urgenza in modo tale da poter attivare le risorse nazionali così da dare continuità al ripristino dell’infrastruttura.

“Le funivie, frutto di una scelta fatta dai governi di centrosinistra, restano un elemento fondamentale per il lavoro e per la tutela dell’ambiente, visto che evitano alla città di Savona e alla strada provinciale del Cadibona di venire invase da mezzi pesanti che trasportano il carbone” concludono Lunardon e Righello.

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