Savona. Incontro tra il governatore della Liguria, Giovanni Toti, il prefetto, i parlamentarli, i consiglieri regionali, i sindaci, i sindacati e le associazioni di categoria del territorio in scena in Provincia.
Un’occasione anche per un confronto diretto tra i primi cittadini del territorio e la Regione. È il caso del sindaco di Savona Ilaria Caprioglio che, nel corso dell’incontro, ha avanzato i propri dubbi sia sull’entità dei finanziamenti (800mila euro per somme urgenze a fronte di 4 milioni necessari) che su una possibile revisione del piano di bacino.
“Siamo ben felici degli 800 mila euro che riceveremo per le somme urgenze, ma in realtà gli interventi per sistemare davvero i movimento franosi costeranno 4 milioni di euro, – ha dichiarato il primo cittadino di Savona. – La domanda che faccio alla Regione è: è ancora adeguato il nostro piano di bacino? Si è parlato a livello provinciale di 60-65 movimenti franosi, possiamo rifarci ancora a quel piano di bacino o servono nuove valutazioni?”.
E non si è fatta attendere la risposta dell’assessore regionale Giampedrone, che ha spiegato: “Sulla A6 noi inaugureremo il nuovo viadotto alla fine del mese di febbraio, e abbiamo il tema frana che stiamo trattando con un monitoraggi. Lo dico con estrema chiarezza e senza polemica: chi è proprietario dell’infrastruttura autostradale, ossia lo Stato, deve anche garantire che sia in sicurezza. Poi che lo faccia con intervento proprio o chiedendolo ai concessionari”.
“Per quanto riguarda il piano di bacino relativo al rischio frane, abbiamo in mente di fare una valutazione che comunque è già in continuo aggiornamento. Forse dobbiamo riparametrare la previsione di rischio, ma l’aggiornamento è sempre costante ogni volta che mappiamo un nuovo fronte di frana”.
“C’è un tema che credo vada aggiunto alla lettere di Olivieri al premier Conte: c’è una impossibilità degli enti di muoversi quando ci sono fronti di frana privati. E visto che l’85% delle frane avviene su fronti privati serve intervento per permettere alle istituzioni di intervenire senza finire tra qualche anno nelle forche caudine della Corte dei Conti. Spesso un sindaco si trova a dover dare una viabilità immediata e quindi si fa una somma urgenza e poi si spera, ma non sempre il privato è così collaborativo”.
“Serve un ragionamento sulla norma speciale che consenta di non far passare un anno prima che gli enti possano intervenire su un fronte di frana privato”, ha concluso.