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“Fiamme, pioggia di cenere e aria irrespirabile”: da Sydney, il racconto dell’inferno in Australia  fotogallery

L’albenganese Raffaele, alla sua seconda esperienza: “Completamente cambiata. Situazione tragica”

Gli incendi devastano l'Australia

Albenga-Sidney. In totale 24 le morti, a livello nazionale, accertate fino ad oggi. Oltre 6 milioni di ettari di terreno “divorati” e distrutti. Migliaia di animali inghiottiti dalle fiamme, di cui alcune specie (ad esempio i Koala) sono considerate ormai prossime all’estinzione.

Gli incendi devastano l'Australia

È questo il tragico quadro che immortala il vero e proprio inferno che si è venuto a creare in Australia, dove intere aree bruciano ormai da circa 4 mesi, vittime di incendi apparentemente indomabili. Una situazione critica, in particolare nel sud-est del Paese, nel Nuovo Galles del Sud.

Ora immaginate (in tanti probabilmente lo hanno già vissuto sulla propria pelle) di concedervi una vacanza-studio dall’altra parte del Mondo. Quindi, una volta tornati “a casa”, essere pervasi da una sorta di nostalgia, che spinge a voler tornare indietro, trasformando la vacanza-studio all’estero in esperienza di vita, lavorativa e non solo. Ma, in questo caso, di trovarsi poi davanti uno scenario diametralmente opposto e tragico rispetto alla prima volta, che appare un lontano ricordo.

È il caso dell’albenganese Raffaele, barman 27enne, che, dopo una prima esperienza nel 2017, a fine novembre 2019 ha deciso di trasferirsi a Sydney, capitale del Nuovo Galles del Sud e una delle più grandi città australiane. Ha vissuto il “cuore” dell’emergenza incendi e, attraverso un’intervista concessa a IVG.it, abbiamo cercato di capire la situazione attuale e, soprattutto, come un’emergenza di tale portata possa cambiare la vita delle persone e il clima di un intero paese.

Gli incendi devastano l'Australia

“Sono arrivato a Sydney a fine novembre e, appena sceso dall’aereo, l’odore di fumo e di bruciato nell’aria era fortissimo e si avvertiva chiaramente senza nemmeno essere ancora usciti dall’aeroporto”, ha raccontato il 27enne.

“Niente a che vedere con la prima esperienza, quando, nel corso dei mesi in cui sono stati qui nel 2017, il cielo è sempre stato limpido e al massimo costellato da normalissime nuvole. Da novembre 2019 ad oggi, invece, nonostante un caldo afoso e inusuale in questo periodo, con picchi di 40 gradi, le giornate di sole limpide posso contarle sulle dita delle mani. In lontananza non si vede mai l’orizzonte, ma solo la foschia generata dal fumo incessante”.

“Ci sono stati giorni in cui la città è stata sotto vento ed è stata letteralmente invasa dalla cenere, con scarsa visibilità per strada, quasi come fosse calata la nebbia. Cielo di colore rossastro, mentre il sole, a causa del ‘filtro’ generato dal fumo, talvolta risulta di colore giallastro: difficile da spiegare a parole, ma davvero impressionante da vedere. Molti sono usciti, e continuano a farlo anche oggi, con mascherine protettive, che anche io sono stato costretto a mettere in più di un’occasione: ci sono giorni in cui, stando agli esperti, respirare l’aria equivale a fumare circa 40 sigarette”.

“Ci sono poi le giornate di pioggia, ma che sono state davvero pochissime in questi 4 mesi e, durante le quali, in più di un’occasione, è letteralmente piovuta cenere mista ad acqua. Ma, come detto, piove poco e tutti qui preghiamo perchè possano finalmente arrivare un paio di settimane di vera ‘pioggia australiana’, anche per aiutare i soccorritori a domare le fiamme. Fa caldo, la terra è secca e arida, gli incendi non sono vicini alla costa e all’oceano e diventa sempre più difficile contenere il fuoco”.

Gli incendi devastano l'Australia

“Se in Italia gli argomenti principali nei luoghi di aggregazione possono essere sport o politica, qui ovviamente, da mesi, l’argomento principe sono gli incendi. I telegiornali aggiornano la popolazione di continuo, emanano messaggi di allerta ed emergenza e cercano continuamente e incessantemente volontari. La situazione non migliora e, purtroppo, la sensazione generale è che la fine di questa emergenza sia tutt’altro che vicina”.

“A malincuore, con il passare dei giorni, stiamo iniziando ‘ad abituarci’: gli incendi, il cielo giallastro e l’aria intrisa di fumo sembrano ormai divenuti parte integrante della normale quotidianità. Ma il pensiero non può non andare alle tante vittime, a tutti coloro che sono stati evacuati, che hanno perso affetti o la propria abitazione. Migliaia anche gli animali uccisi dai roghi, con diverse specie, come ad esempio i Koala, che sembrano tragicamente prossimi all’estinzione”, ha concluso il 27enne albenganese.

Come si evince da Ansa.it, infatti, nel sud-est del Paese il cielo è sempre nero e piovono le ceneri del rogo. “Siamo in un territorio sconosciuto, – ha ammesso Gladys Berejiklian, Premier del Nuovo Galles del Sud. – Diversi villaggi rischiano di essere completamente annientati”.

È stato dichiarato lo stato di emergenza nel sud-est del continente, e venerdì oltre 100mila persone di tre Stati sono state evacuate.

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