Vado Ligure. Si sta ormai completando il processo di reindustrializzazione delle aree Tirreno Power a Vado Ligure dopo la decisione della dismissione della produzione a carbone della centrale vadese nel 2016.
L’anno scorso è stata la volta dell’insediamento ufficiale di Vernazza Autogru, il colosso ligure del sollevamento merci. E poi l’arrivo del Campus di Savona con l’allestimento di un laboratorio nel quale è stata posizionata una turbina da 350KW e l’avvio di un vero e proprio centro di ricerca nel campo dell’energia, con lo scopo di sviluppare progetti innovativi patrocinati dalla stessa Unione Europea, nell’ambito di uno stretto contatto operativo con i medesimi impianti in funzione di Tirreno Power.
Per quanto riguarda Vernazza manca poco alla piena operatività del sito industriale: si stanno completando ancora alcune volture, così come si sta mettendo mano alle ultime infrastrutturazioni necessarie: entro pochi mesi tutto pronto, su un’area di ben 300 mila metri quadrati. L’obiettivo, infatti, è quello di creare un enorme polo logistico in cui l’azienda potrà effettuare i test e la manutenzione dei suoi giganteschi macchinari ma anche creare una scuola di formazione per gli operatori del settore, grazie alla presenza della stessa Università di Genova.
Proprio il Campus savonese sta ragionando non solo ad una presenza nella ricerca e nella sperimentazione nel settore energetico, ma con gli edifici messi a disposizione nelle aree si sta pensando anche alla didattica, con nuove aule che potranno essere a disposizione degli studenti: un centro di alta formazione che unisce Università e imprese, in un settore strategico.
Alla ridefinizione in chiave industriale delle aree Tirreno Power manca, però, ancora un tassello, un tassello importante e non di poco conto: è infatti in dirittura d’arrivo l’annuncio di un nuovo insediamento che riguarda un operatore nel settore dell’automotive, che potrà contare su 20 mila metri quadrati. Un accordo preliminare è già stato messo nero su bianco, ora si tratta di definire gli ultimi dettagli.
Per ora nessun nome ufficiale, in attesa dell’intesa finale, ma secondo quanto trapelato si tratta di un gruppo specializzato nei trasporti e nella meccanica, che potrà occupare circa 30 persone, creando un nuovo hub commerciale in grado di sfruttare le potenzialità infrastrutturali e logistiche dell’area.
E, naturalmente, a chiudere il cerchio sulle forze produttive in campo nell’area vadese, la stessa Tirreno Power, operativa con la sua centrale a ciclo combinato, gas e vapore, da 800 Mw, per la produzione di energia elettrica e che occupa ancora 70 lavoratori diretti oltre all’indotto.
“Da quando abbiamo deciso la dismissione del carbone abbiamo portato avanti un progetto di reindustrializzazione davvero significativo e non semplice, che oggi è quasi giunto alla sua conclusione: abbiamo mantenuto la promessa di rendere produttive le aree, con l‘arrivo di gruppi e operatori di grandi rilievo, creando nuova e qualificata occupazione per il territorio e per l’indotto legato alle nuove realtà imprenditoriali presenti” ha sottolineato Enrico Erulo, direttore delle relazioni esterne di Tirreno Power.
In relazione alla planimetria delle aree, sulla base della suddivisione e dell’asset delle stesse viene quindi esclusa l’ipotesi di far spazio ad un impianto biodigestore, al centro del dibattito sui rifiuti in queste settimane dopo il via libera in Provincia al gestore unico.