Calcio

A lezione dal professor Pincolini

Lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia

Pincolini

Nell’ambito dell’attività delle Rappresentative Nazionali LND che prosegue senza sosta (la stagione sta infatti entrando nel vivo, con la selezione Under 18 che, con la partecipazione al Roma Caput Mundi, sarà la prima ad essere impegnata in un torneo nel 2020) giovedì 30 gennaio, presso la sede centrale a Roma, si è tenuto un incontro di formazione e aggiornamento dedicato in modo particolare alla preparazione atletica ed alla gestione degli infortuni nelle competizioni di breve durata.

Il modulo è stato affidato a Vincenzo Pincolini, attuale preparatore atletico dell’Italia Under 21 e che in passato ha già collaborato con gli staff LND in occasione della Viareggio Cup, competizione alla quale parteciperà anche quest’anno la Rappresentativa Serie D. Erano presenti tutti i selezionatori delle squadre nazionali LND: Giuliano Giannichedda (Serie D e Under 18), Calogero Sanfratello (Under 17), Andrea Albanese (Under 16) e Roberto Chiti (Under 15), nonché Mattia Toffolutto (ex Verona), il nuovo preparatore atletico delle rappresentative LND. Nel corso del clinic a tema sono state illustrate agli allenatori le linee guida da seguire.

Se Arrigo Sacchi può essere ritenuto uno dei più grandi innovatori tattici della storia del calcio negli ultimi 40 anni, Vincenzo Pincolini ha dato da par suo un contributo fondamentale nell’evoluzione della gestione atletica di una squadra. ‘Pinco’ è uno che il calcio l’ha vissuto da dentro. Nel corso della sua carriera, ha allenato Parma, Milan, Italia, Inter, Roma, Atletico Madrid, Dinamo Kiev, Lokomotiv Mosca, Ucraina, ed a tirato a lucido decine e decine di campioni a partire dalla fine degli anni ’80.

Interpellato sul perché nel nostro calcio nazionale si faccia un così elevato uso/abuso di palestra Pincolini riuscì a dare una spiegazione esauriente e competente che provo a riassumere: “C’è stato un periodo, a cavallo tra gli Anni 80 e i 90, in cui i preparatori atletici italiani venivano portati a esempio a livello internazionale. Erano quasi tutti figli dell’insigne professor Vittori, il preparatore atletico del grande velocista Pietro Mennea, che aveva rivoluzionato la preparazione atletica negli sport di velocità. Mennea infatti non lavorò mai coi pesi, al massimo faceva del semi-squat. Non a caso il professore fu chiamato dalla Fiorentina per risolvere i problemi alle ginocchia di Roberto Baggio, e ci riuscì. Io stesso sono arrivato nel calcio dall’atletica leggera. E, come me, Paolo Bertelli, il preparatore atletico di Conte prima alla Juve e poi in Nazionale: la palestra di Coverciano è oggi strutturata come secondo me dovrebbe essere una palestra di una società di calcio. Lì dentro le macchine sono state quasi abolite. Il metodo di Bertelli è un metodo isoinerziale: il lavoro di potenziamento si basa sul gesto tecnico che il giocatore ripeterà in partita. Si lavora a secco, cioè senza palla, ma sui movimenti che il giocatore farà con la palla. E quindi: l’atleta simula, ripetendolo tante volte, il tiro in porta, oppure il salto di testa. In questo modo si prevengono anche gli infortuni”.

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