Esordio

Ora disponibile “Fiume di Gennaio”, il primo libro del vice comandante della municipale di Varazze Fulvio Panizza

Fiume Gennaio Panizza

Balestrino/Varazze. Se fosse un romanzo, magari un giallo, potremmo dire che “di giorno è agente di polizia locale, ma di notte fa lo scrittore”. E pure con un certo successo. Perché è proprio questa la “doppia carriera” di Fulvio Panizza, vice comandante della municipale di Varazze che di recente ha dato alle stampa (per i tipi di Bacchetta Editore) il suo romanzo “Fiume di Gennaio”.

“Fiume di Gennaio” è un romanzo biografico nel quale “l’autore narra liberamente della storia vera di una coppia che ha deciso di adottare un bambino, passando subito ai canali dell’adozione internazionale. Il caso ha voluto che la mamma adottiva, Federica, entrasse in contatto con la madre naturale, Adriana, quando quest’ultima portava ancora in grembo il bambino. In questo modo Federica poté assistere Adriana nel corso della gravidanza ed essere presente al momento del parto. Il tutto è narrato sullo sfondo di una delle teorie della psicoanalista austriaca Melanie Klein”.

Nel romanzo si alternano “situazioni dai toni forti ad altre commoventi o simpatiche, anche con una sorta indagine della protagonista per una misteriosa sparizione”. La storia è ambientata in una favela del Brasile nel 1995 ed è arricchita dalle illustrazioni di Nicolò Vitali, il bambino adottato autore, anche della copertina del volume.

Nato nel 1966 e residente a Balestrino, sposato con due figli e laureato in scienze politiche con una specializzazione in criminologia clinica, ex carabiniere, non è nuovo alle avventure letterarie. Nel 2014, quando era comandante della polizia locale di Borghetto Santo Spirito, si era classificato al primo posto ex aequo nella sezione “Racconti” all’undicesima edizione del concorso indetto dalla Università dei Saggi “Franco Romano”, il centro culturale costituito nel 1999 nell’ambito della presidenza dell’Associazione Nazionale Carabinieri.

Panizza era riuscito ad avere la meglio su altri sedici suoi colleghi presentando un saggio dal titolo “Il maresciallo Solinas”. Questa la sinossi: “In un borgo dell’entroterra ligure abitato da gente riservata e laboriosa avviene un furto sacrilego con omicidio. Il comandante della stazione svolge le relative indagini con grande professionalità e partecipazione, arrestando gli autori. La vicenda s’intreccia anche con una storia d’amore tra il sottufficiale ed una vedova del posto”.

Il premio aveva avuto la seguente motivazione: “Come un esperto giallista, l’autore tiene il lettore con il fiato sospeso sino alla fine del racconto. L’ambientazione è efficace, le figure dei personaggi emergono ben definite ed ancor meglio caratterizzate”.

La trama prendeva spunto da un evento che fa parte della storia famigliare e personale del suo autore: “Il racconto è ambientato nella cittadina di Balestrino – spiegava Fulvio Panizza – e narra di un tragico evento realmente accaduto a mio nonno nel 1944. Ho cercato di immaginare e raccontare le indagini dei carabinieri della stazione di competenza (che è quella di Borghetto Santo Spirito) e in particolare quelle condotte da parte del maresciallo Solinas, che è stato il mio comandante di stazione all’epoca in cui ho prestato servizio in qualità di militare”.

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