Lettera al direttore

Cronaca

La tragedia del Morandi e la tragedia della Liguria

di Paolo Forzano

A tre mesi dal crollo del ponte Morandi il ricordo delle vittime

La tragedia del Morandi e la tragedia della Liguria.

Qualche riflessione sul futuro delle infrastrutture liguri.

Ponte Morandi: il 14 agosto 2018 crolla un pilone provocando 43 morti e 566 sfollati.

Ho sentito la notizia praticamente appena avvenuto il fatto. Sgomento! Momento terribile!

Ero in montagna con amici. Commentai: sono anni che è pericolante, prima o poi doveva accadere. A parte che conoscevo molte informazioni “tecniche” poco incoraggianti, sono stato anche uno dei temerari che lo usavano quotidianamente per lavoro: due volte “sopra” e due volte “sotto” tutti i giorni.

Non vi descrivo il senso di incertezza che si aveva quando, in coda sul ponte, i camion vicini partivano da fermi innescando oscillazioni assai preoccupanti. E questo più volte per la lunghezza del ponte!

Terribile! Alla fine uno diceva: anche sta volta è andata bene! Ero un temerario per “obbligo”: non c’erano alternative!

E’ vero che pur pensando che prima o poi doveva accedere, per farti coraggio, pensi (ovvero speri!)…. ma non capiterà a me!

Ma un senso di angoscia, di rabbia ti prende quando pensi io l’avevo detto! Una frase che non mi piace per nulla, mi fa sentire impotente.

Impotente di fronte alla muraglia di decisori, di gestori, di politici che questi problemi li “gestiscono” come dicono loro! Gestiscono nella loro lingua non vuol dire risolverli, ma vuol dire fare in modo che l’opinione pubblica, col tempo, se ne dimentichi.

Atteggiamento comodo e vigliacco! Ed anche “colpevole” di attentato alla sicurezza dei cittadini, “colpevole” di danni economici enormi per il lavoro di un’intera regione.

Il Morandi non è purtroppo un caso isolato.

A settembre 2018 presentai un esposto alla Procura della Repubblica di Savona per denunciare lo stato di grave stato manutentivo della A6 Savona Millesimo, con esempi evidenti di degrado ai viadotti Ferrania, Lodo, ed altri.

La Procura si mosse ma ancora oggi non ne è scaturito nulla di interessante, almeno a me noto.

In parallelo la proprietà della A6, Autofiori, si è attivata implementando in quattro e quattr’otto diversi cantieri sui punti da me segnalati, tra cui proprio i viadotti Ferrania e Lodo.

L’A6 stava già rifacendo il viadotto Mollere (circa 2 chilometri) e rifarrà, notizia recente (24 dicembre 2019), tra Niella e Mondovì un altro viadotto.

Rifare, ovvero demolire e ricostruire, conviene rispetto a mettere pezze a strutture fatiscenti.

Rifare! Questo è il busillis!

Busillis! Problema gravissimo!

Busillis non per i viadotti che l’A6 sta rifacendo, ma per il resto delle infrastrutture liguri!

In questi due ultimi mesi abbiamo avuto una sequenza di problemi davvero impressionanti.

Frane dappertutto, frane sulle strade ed autostrade e ferrovie, frane che abbattono viadotti, viadotti che perdono pezzi che crollano sotto, ponti che stanno in piedi per miracolo, gallerie che perdono pezzi “enormi” di volta, barriere antirumore che non reggono il vento.

Che sia finita?

O che sia cominciata?

Opere mal progettate, opere mal costruite, opere con scarsissima manutenzione, opere mal controllate e verificate nella totale assenza “mano pubblica”.

Dico totale assenza “mano pubblica” in quanto l’assenza è elevata, ma spesso quando presente è collusa!

Pensare “io l’avevo detto” non risolve nulla e fa solo male! Bisogna andare avanti, senza guardare negli specchi retrovisori!

Ma andare avanti non è semplice! Parlo della Liguria! Solo in questi due ultimi mesi ci sono stati danni enormi dal mare al monte! Il mare continua ad erodere le spiagge. Ma il maltempo si “occupa” anche del retroterra, con piogge intensissime che provocano frane che fanno strage delle “povere” strade provinciali e comunali.

Come intervenire?

Piano emergenza? Una stupidaggine! C’è un’emergenza dopo l’altra!

Ci vuole più cura del territorio tutti i giorni!

Nel frattempo lecchiamoci le ferite, occupiamoci di emergenza, ma dobbiamo uscire dal circolo vizioso dell’emergenza e pensare anche al domani!

A Quiliano dove abito, un comune con una vasta estensione territoriale, ci sono stati una quantità di danni ingenti, almeno 3,2 milioni di euro. L’amministrazione del Sindaco Isetta, con le unghie, è riuscita a trovare un milione. Ma è poca cosa: la somma per il ripristino è molto superiore, ed eventualmente la somma necessaria per opere necessarie di “prevenzione” non è stata presa, purtroppo, in considerazione.

Prima l’emergenza, poi …..poi dove si trovano i soldi?

Soldi sono stati stanziati per le spiagge, ma per l’entroterra?

Serve un piano di gestione del territorio e delle infrastrutture ad ampio raggio: dal mare al monte, la Liguria è questa! Mari e monti! Non ci sono figli e figliastri!

Ma ci vuole più prevenzione, e poichè il nostro lavoro è strettamente legato alle comunicazioni, bisogna che autostrade, strade di ogni tipo, ferrovie siano efficienti e sicure in ogni momento.

Dal crollo del Morandi in avanti abbiamo avuto una serie impressionante di esempi di come le nostre infrastrutture non siano all’altezza del loro ruolo e di come siano tragicamente esposte ad eventi. Occorre pensare per bene tutti gli interventi necessari per il nostro futuro.

Mappa delle frane efficace, non solo pezzi di carta, ad esempio! Pare evidente che la mappa delle frane attuale attuale non risponda alla realtà delle cose!

E poi interventi risolutivi e veloci! Non cantieri eterni per fare nulla!

Possiamo continuare a permetterci che per andare da Genova a Savona ci vogliano “ore”?

Paolo Forzano

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.