Relazione

Corte dei Conti, autostrade: clausole troppo favorevoli ai concessionari

Aspi crolla in Borsa, nel milleproroghe affidamento temporaneo ad Anas

autostrade paese meraviglioso

Liguria. Concessioni autostradali: una relazione della Corte dei Conti inviata a palazzo Chigi e alle Camere accende ancora il dibattito. Si tratta di 200 pagine in cui si suggerisce alla cosa pubblica di superare le “inefficienze riscontrate”, in particolare un “eccesso di vantaggi per le parti private”.

Il corposo documento analizza vari aspetti che, in sostanza, invitano a delineare un equilibrio tra pubblico e privato “in un contesto di effettiva attuazione dei principi della concorrenza e dell’efficienza gestionale”. Si parla però anche di attivare le procedure per la messa a gara delle convenzioni scadute.

Tra i punti critici, dunque, “l’irrazionalità degli ambiti delle tratte, dei modelli tariffari, di molte clausole contrattuali particolarmente vantaggiose per le parti private”, ma anche “investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extraprofitti” e poi “la lunghezza delle procedure dopo la scadenza delle vecchie convenzioni”.

Inoltre il rapporto tra Stato e concessionari dovrebbe essere fondato sul principio di “leale collaborazione” invece è “inasprito da conflittualità”. Il riferimento concreto è agli oltre 400 contenziosi aperti negli ultimi sette anni tra Stato e società su questioni come l’adeguamento delle tariffe, le approvazioni dei progetti, i provvedimenti sanzionatori, l’attuazione dei lavori e le sub concessioni.

Intanto dopo la nuova norma sulle concessioni autostradali nel decreto Milleproroghe, che prevede la gestione di Anas in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, è scivolone in borsa per Atlantia – società dei Benetton che controlla Autostrade per l’Italia – che arriva a sfiorare il -4% per lo scontro col governo. Aspi dal canto suo ha fatto sapere che: “Pur non potendo conoscere la versione definitiva delle disposizioni” ha rilevato “profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee”.

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