Impegno

Anche Quiliano aderisce al “Manifesto della Comunicazione non ostile”

Promosso dall'associazione "Parole Ostili"

comune quiliano

Anche il Comune di Quiliano, come molte altre Amministrazioni comunali, ha scelto un impegno di responsabilità condivisa, adottando il Manifesto per una comunicazione non ostile. Promosso dall’associazione “Parole Ostili”, il Manifesto della comunicazione non ostile mira a favorire comportamenti rispettosi e civili e vuole che la Rete sia un luogo accogliente e sicuro per tutti.

E’ uno strumento per aiutare concretamente a definire poche e semplici regole che consentano di instaurare un dialogo “non ostile”, primo vero presupposto per la partecipazione civica. Queste le dieci regole del Manifesto della comunicazione non ostile: 1. Virtuale è reale Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona. 2. Si è ciò che si comunica Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano. 3. Le parole danno forma al pensiero Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso. 4. Prima di parlare bisogna ascoltare Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura. 5. Le parole sono un ponte Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri. 6. Le parole hanno conseguenze So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi. 7. Condividere è una responsabilità Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi. 8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare. 9. Gli insulti non sono argomenti Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi. 10. Anche il silenzio comunica Quando la scelta migliore è tacere, taccio.

Per la pubblica Amministrazione le regole si specificano come segue: 1. Virtuale è reale Non c’è buona amministrazione senza buona comunicazione. Investo le migliori energie perché la mia comunicazione online e offline sia semplice, accessibile, comprensibile, trasparente, cortese. So che quanto scrivo in Rete ha conseguenze reali. 2. Si è ciò che si comunica So che l’azione amministrativa risulta tanto più efficace quanto più efficacemente la comunico: i cittadini hanno il diritto di accedere con facilità e fiducia a dati, documenti, informazioni e servizi, di essere coinvolti nelle scelte, di capire e verificare il mio operato. 3. Le parole danno forma al pensiero Evito le formule astruse. Il burocratese vessatorio. I termini inglesi fuorvianti. So che capire è diritto di ogni cittadino. Se la mia espressione è oscura, questo significa che anche il mio pensiero e la mia azione non sono chiari e trasparenti a sufficienza. Incoraggio il dialogo. 4. Prima di parlare bisogna ascoltare Ascolto le opinioni e i suggerimenti dei cittadini. Scelgo la collaborazione e attivo canali che favoriscano un dialogo costruttivo e civile. Se un dubbio o un quesito viene espresso, rispondo con tempestività. Se un disagio viene manifestato, mi interrogo su cause e rimedi. 5. Le parole sono un ponte Scelgo parole e strumenti adatti a dialogare con tutti i cittadini, compresi anziani, stranieri, persone poco scolarizzate. Verifico che quanto dico o scrivo venga capito dai cittadini. È mia responsabilità farmi capire, favorendo una comunicazione positiva e propositiva. 6. Le parole hanno conseguenze Sono consapevole del fatto che ogni mio messaggio e ogni mia azione hanno conseguenze concrete e rilevanti per la quotidianità dei cittadini. Sono accessibile, informo, semplifico, rendo chiari gli adempimenti e le procedure. 7. Condividere è una responsabilità Quanto condivido in rete influisce sulla percezione del mio operato. Aggiorno informazioni e dati. Li rendo reperibili, se possibile in formato aperto. Non diffondo messaggi fuorvianti o poco trasparenti. Informo i cittadini sui loro diritti: conoscenza, privacy, sicurezza. 8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Il rispetto reciproco è il fondamento della convivenza civile e migliora la collaborazione e la partecipazione. Faccio sì che ogni mia comunicazione sia rispettosa dei cittadini nella forma e nella sostanza, e promuovo presso la collettività una cultura del rispetto. 9. Gli insulti non sono argomenti Gli insulti sono umilianti sia per chi li riceve, sia per chi li fa, sia per chi ne è spettatore. Invito chi insulta a esprimere altrimenti la propria opinione. Non tollero insulti, nemmeno quando vanno a mio favore. Diffondo una netiquette per il buon uso dei miei canali online. 10. Anche il silenzio comunica So che l’attenzione e il tempo dei cittadini sono preziosi e valorizzo la brevità. Comunico solo per motivi funzionali: per promuovere consapevolezza e partecipazione e mai per ragioni propagandistiche. La mia comunicazione è sempre utile, necessaria e pertinente.

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