Memorie scomparse

Una frana si porta via anche Ca de Ferrè: scomparso il borgo abbandonato fotogallery

ca de ferrè

Savona. Tra le vittime dell’imponente maltempo del 2019 bisogna annoverare anche l’antica, isolata e ormai abbandonata frazione savonese di Ca di Ferrè. La frana che ieri ha colpito la strada in zona Naso di Gatto, infatti, ha spazzato via buona parte del piccolo borgo, che in questi ultimi anni era abitato ormai solo da una capra.

La notizia ha iniziato a circolare nella giornata di domenica sui numerosi gruppi Facebook dedicati alla città di Savona, alla sua storia e alle curiosità che la circondano. Per un’intera generazione di savonesi, Ca de Ferrè era un ricordo dell’infanzia e dei campi estivi con le suore e, pur abbandonato da tempo, è nella memoria di molti. In questi ultimi anni, poi, Ca de Ferrè era stato oggetto dell’interesse dei tanti appassionati dei luoghi dimenticati. Naturale, allora, che in molti abbiano deciso di ricordare quel luogo nelle piazze virtuali, condividendo immagini e video del recente passato.

Cristian Poggio, sul gruppo Savona scomparsa, è stato tra i primi. Nel 2018 ha realizzato un video del centro abitato, che ne racconta bene lo stato in questi ultimi anni. “Il video l’ho realizzato con il mio drone – racconta a Ivg – sono stato incuriosito da diverse leggende che si raccontavano sul paesello. Poi ho constatato che tante persone ne erano a conoscenza e l’avevano vissuto. Da qui il desiderio di fare sapere a questi utenti che il paese fantasma era ancora lì”. Una storia che ieri ha avuto una brusca svolta: “Quando ho appreso la notizia ieri sera, ho deciso di ripostare il video per omaggiare le persone che lo hanno vissuto. In futuro e tempo permettendo cercherò di rifare lo stesso volo per documentare cosa sia rimasto“.

Nel 2016, con Claudio Arena di Savona sotterranea, Ivg aveva già raccontato del paese, del suo stato di abbandono e della sua ultima residente: una capra. Le immagini della gallery documentano quell’esperienza. “Il paesino era composto da una decina di case e dalla chiesa – ricorda Arena –  e risulta già esistente in alcune carte genovesi di fine ‘700. Lì vi abitavano circa 25 persone, ma la popolazione è poi diminuita, fino agli anni ’80. Molti ricordano la colonia dove andavano da bambini. È sempre stato un paese caratteristico, oggetto di molti dipinti. Il panorama, con in monti alle spalle, ha spesso affascinato i pittori”.

Il paese apparteneva alle Opere sociali, racconta Arena, e in questi ultimi anni c’erano stati indizi di una possibile riqualificazione: “un paio di anni fa ho visto che ci sono stati dei sopraluoghi, poi la zona è stata recintata. Forse c’era l’intenzione di recuperarlo, ma mai nulla di ufficiale. La chiesa, poi, era stata depredata almeno cinque anni fa. Un vero peccato”.

Il borgo si trovava al di sotto della strada, vicino a Naso di Gatto. La frana ne ha travolto una buona parte, ma parrebbe che la chiesa di Santa Maria Maddalena sa ancora in piedi. Tuttavia la zona non è ancora stata posta in sicurezza e servirà del tempo prima che si possano valutare le effettive conseguenze sull’area.

 

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