Le dimissioni di Isabella Sorgini confermano il disagio profondo del nostro Partito nonché l’incapacità del gruppo dirigente di cogliere il nuovo emerso dalle recenti Primarie. Abbiamo coltivato e favorito unità e chiarezza, per rispetto verso l’impegno che abbiamo assunto con le tante persone con cui abbiamo parlato, in ragione ed occasione di quell’importante appuntamento, e che ci hanno dato fiducia.
Abbiamo coltivato la speranza in un inizio di cambiamento reale quando il nostro documento e’ stato votato alla unanimità dalla assemblea provinciale del PD.
I punti qualificanti contenuti in quel documento condiviso erano due. Apertura reale al popolo delle Primarie, ovvero coinvolgimento nella organizzazione della vita politica del PD di persone che , pur non iscritte, hanno messo la loro faccia e il loro consenso sul progetto Zingaretti.. Discontinuità rispetto alla contaminazione opaca con la destra locale e regionale nelle Amministrazioni locali, nella gestione del sottogoverno con particolare riferimento a questioni sensibili come la gestione del ciclo dei rifiuti (inclusi gli impianti, di trattamento, trasformazione e/o smaltimento), il ciclo integrato della gestione idrica, i servizi di trasporto locali, la sanità e l’annesso settore socio sanitario e di assistenza alla terza età ecc….
Sorprendentemente la nuova Segreteria savonese non considera nessuno di questi elementi qualificanti: nonostante le dichiarazioni del Segretario e l’unanimità nell’acquisire i documenti presentati durante l’ultima Assemblea Provinciale, risulta costruita dentro il recinto delle vecchie correnti non mostra alcun reale cambiamento di passo.
Inoltre, in questa logica miope e dannosa, i rapporti di forza non sono cambiati anche per responsabilità di chi ha scelto di fare la foglia di fico davanti ad un comportamento gattopardesco.
Semplicemente il nuovo non c’è: e non è neppure contemplato come appare dalle dichiarazioni pubbliche di esponenti autorevoli della vecchia/nuova segreteria.
La questione delle alleanze, che in realtà è questione morale, e’ ancora più incomprensibile, sopratutto visto il tardivo commissariamento del circolo di Varazze più volte annunciato e ancora nel limbo. Dentro l’opacità del rapporto con il sottogoverno c’è sicuramente uno dei motivi della perdita di autorevolezza e quindi di consenso tra i cittadini: LE RECENTI ELEZIONI IN UMBRIA NE SONO PLASTICA ESPRESSIONE!
Senza un radicale cambio di passo, il PD e le speranze di un popolo intero sono perdute. Per questo continueremo la nostra battaglia ideale nei circoli, sul territorio, ovunque possa trionfare la buona politica e non gli interessi personali di singoli o gruppi di potere.
Giuliano Arnaldi
Rosa Bellantoni
Davide Petrini
Giovanni Ragazzini