Stellanello-Laigueglia. “Vorrei partire così: io e il mio cinghiale”. Inizia così il commovente, ultimo messaggio che Franco Berardi, ex sovrintendente capo della polizia municipale di Laigueglia, ha riservato a “Grufi” cinghiale domestico e suo “amico”.
L’animale è stato ucciso con un colpo di fucile, mentre si trovava tranquillamente all’interno del suo recinto nel maneggio “Cavallo George” di Stellanello, dove era accudito da anni. Da quando, nel 2015, Franco lo aveva “raccolto”, piccolo ed esanime, sul ciglio della strada nell’entroterra di Alassio.
E c’è un indagato, con le accuse di caccia in impianto sportivo e uccisione di animale: si tratta di un cacciatore di 75 anni che, in prima battuta, avrebbe negato di essersi accorto della presenza del recinto.
Dettagli superflui, almeno in questo momento, per Berardi che nel suo messaggio ha voluto ringraziare tutti, anche coloro che, come spesso, purtroppo, accade, anche in un’occasione del genere si sono lasciati andare a commenti sarcastici e battute macabre sulla vicenda.
“Anche se me l’hanno tolto, Grufi è sempre mio, – si legge. – Vorremmo chiedere scusa, io in prima persona. A voi cacciatori chiedo scusa perché vi ho augurato brutte cose, cose che non si dicono, ma la rabbia ha accecato la mia mente e spero che non me ne vogliate”.
“Il mio Grufi invece ha chiesto scusa a me, vi chiederete perché. Ha provato due volte ad alzarsi gridando dal dolore per venirmi incontro e, sappiatelo tutti, era ancora vivo. Agonizzante, ma lucido. Mi ha chiesto scusa con i suoi occhi perché non poteva farmi le feste. Continuava a chiedermi scusa mentre lo accarezzavo, ma non poteva più alzarsi”.
“Il Signore ha sentito la mia disperazione e sono riuscito a ‘portarlo’ dove non c’è più ritorno. Ringrazio tutti per le parole di conforto, gente che mi conosce, ma tantissimi che non mi conoscono e seguivano comunque con piacere questa storia tra ‘due cinghiali’. Ringrazio la scuola Istituto Alberghiero di Alassio della Betta che ha elogiato questa storia”.
“Ringrazio noi della famiglia Eleonora mia moglie Fiorella che abbiamo voluto sempre bene agli animali. Ringrazio anche quelli che ridendo diranno: ‘ma guarda sto c*** per un cinghiale del c***’. Ma proprio per quello ci fanno sentire più forti e orgogliosi di aver voluto bene a questo animale per averci amato fino all’ultimo istante della vita. Sopra tutti quanti ringrazio Pachi e Federica, che sono stati i suoi angeli custodi e mi hanno permesso di vivere questa meravigliosa storia. Grufi esce in silenzio come gli animali del bosco. Esce in silenzio, senza fare polemiche. Un abbraccio a tutti”, ha concluso.