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“Maggiordomo di quartiere” a Savona, Di Padova (Pd): “Il Comune convochi un tavolo con il Terzo Settore”

Il capogruppo Pd in Consiglio comunale parla del nuovo servizio di welfare territoriale

Conferenza vent'anni Ipercoop Savona

Savona. Nel 2020 in Liguria saranno aperti 15 sportelli del ‘maggiordomo di quartiere’, un servizio di welfare territoriale ideato dalla Regione Liguria che lo finanzierà con il Fondo Sociale Europeo. Anche Savona sarà coinvolta: si tratta di un servizio di aiuto e sostegno ai cittadini da sviluppare in alcune zone della città (tra gli esempi si parla di piccole incombenze, in base alle richieste, innaffiare le piante di chi va in vacanza, portare la posta a un anziano, tenere le chiavi per darle all’elettricista, fare piccole riparazioni…).

“Il progetto è di per sè anche positivo e spero possa portare al coinvolgimento di molte realtà” afferma il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Savona Elisa Di Padova.

“Mi porta subito a un ragionamento più ampio. Le connessioni che mancano nei nostri quartieri possono essere risolte con un sistema imposto dall’alto? Gli esempi portati nei comunicati sembrano aprire a una connessione di tipo verticale: dei “tuttofare”, piccoli lavoretti o “le commissioni”. Utile, ma nei nostri quartieri abbiamo bisogno che a questo sia associato anche un rapporto di tipo orizzontale con il calore che solo la relazione può dare. Avremo bisogno sempre più di figure che svolgano la funzione di “facilitatori”. Ci sono esempi che funzionano molto bene come le social street di Bologna dove gli abitanti di quartiere si scambiano tempo e collaborazioni attraverso i social o la più tradizionale esperienza della banca del tempo” aggiunge l’esponente Dem.

“Per evitare che venga vissuto dalle comunità come corpo estraneo, sarebbe giusto che le amministrazioni collaborassero alla costruzione di ponti e alleanze tra le persone attraverso una “emersione gentile” dell’esistente. Esistono e vanno potenziate e valorizzate storie buone che possono contaminare tutte le zone della nostra città con i loro risultati. Realtà sociali dei nostri quartieri come le società di mutuo soccorso, le associazioni e i luoghi di incontro. Luoghi che negli ultimi anni hanno patito l’assenza di interlocuzione e conseguente valorizzazione”.

“Non è un patrocinio o l’esigenza di mettere il cappello su questa o quella iniziativa che generano coesione sociale sarebbe utile fondare un osservatorio delle risorse e delle criticità e vedere soprattutto in queste ultime delle occasioni di sviluppo. E poi fare in modo che le connessioni abbiano luogo, vivano e contaminino le persone in maniera positiva, stimolandone il protagonismo”.

“Quindi bene questo progetto se anche l’amministrazione lo interpreterà come una nuova sfida: in grado di rafforzare e valorizzare potenziandole magari con innesti nuovi, le alleanze e le connessioni che sono naturali, magari solo sopite, e che alla base pongono la relazione tra le persone. Sarebbe utile a questo proposito se l’amministrazione convocasse un tavolo per sentire l’opinione del terzo settore su questo tema per fare in modo di cogliere al meglio questa occasione”.

“Questo sarà l’unico modo per far durare e dare spazio ai progetti che nasceranno affinchè non appassicano quando dopo 18 o 24 mesi le risorse saranno finite. E investire sulle persone e sulle relazioni è la vera risposta che un’amministrazione dovrebbe dare al bisogno di sicurezza dei suoi cittadini” conclude il consigliere Di Padova.

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