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Gabrielli a Savona accusa la politica: “Sicurezza strumentalizzata per campagna elettorale perenne” fotogallery

"Le istituzioni sono percepite come poco credibili, e Internet fa credere alle persone di sapere tutto"

Gabrielli campus

Savona. Consapevolezza, responsabilità, comunità. Sono questi i tre concetti chiave su cui insiste a lungo il capo della polizia Franco Gabrielli nel corso dell’incontro svoltosi questa mattina al Campus Universitario di Savona per parlare di come “Comunicare la sicurezza”.

Durante l’incontro, moderato da Fabio Fazio (“Finalmente potrò dire anche io di essere andato da Fazio – ha scherzato Gabrielli – anzi, che Fazio è venuto da me…”), Gabriella ha puntato il dito contro la politica e il modo in cui, a suo dire, strumentalizza temi importanti dal punto di vista sociale. Prima di tutto, ha spiegato, serve avere consapevolezza: “Consapevolezza e conoscenza sono alla base di tutti i comportamenti, e in questo senso la comunicazione è fondamentale. La comunicazione in fondo è data da una trasmissione trasmittente, una ricevente e tutte le interferenze nel mezzo. Oggi le ‘stazioni trasmittenti’ soffrono di un deficit di credibilità. Prendiamo l’esempio dei vaccini: per il movimento no vax le case farmaceutiche e la medicina sono ‘asservite’. In generale in questo periodo le fonti ‘istituzionali’ sono percepite come non credibili“.

“Per contro, soprattutto in Italia, le ‘stazioni riceventi’ non sono sempre sensibili a interpretare correttamente i messaggi – ha proseguito – Con l’arrivo di Internet ognuno di noi è un grande medico o allenatore, riassume in sè tutte le competenze con la convinzione che ‘uno vale uno’. Invece le competenze sono un valore da salvaguardare. Oggi abbiamo ‘stazioni riceventi’ che rifuggono la conoscenza, che vanno da un medico all’altro finché ne trovano uno che dice loro quello che vogliono sentirsi dire”.

Il secondo tema è quello della responsabilità: “Ogni dibattito sul tema dei rischi si apre con una frase disarmante: ‘Speriamo non accada’. Questo è l’atteggiamento di chi sceglie il fatalismo, il non prendersi responsabilità dei problemi. Vi racconto un aneddoto. In un paese della Calabria a rischio sismico un sindaco ha deciso di trasferire i bambini in un’altra struttura ritenendo la scuola non sicura, ed è stato contestato addirittura dalle madri: ‘Siamo sempre andati lì e non è mai successo nulla’…”.

La colpa, secondo Gabrielli, è da ricercare nell’atteggiamento della politica. “La sicurezza è un tema complesso e sensibile, finchè lo si considererà un tema di perenne campagna elettorale non andremo da nessuna parte perchè ogni dato può essere letto come si vuole. Addirittura oggi si distingue tra sicurezza rilevata e percepita. A Savona nell’ultimo anno i reati sono diminuiti del 14,5%, poi ci si rende conto che questo non corrisponde alla percezione… La sicurezza non è solo un bene pubblico delicato, è anche la confluenza di tanti fattori tra cui la sicurezza sociale. Viviamo un tempo in cui la precarizzazione e la senilizzazione hanno indotto i cittadini ad essere giustamente preoccupati. Ma non possiamo usare la sicurezza percepita come scusa, perchè noi abbiamo una funzione sociale”.

“Il mondo della sicurezza deve cercare una sintonia – è dunque l’appello – pur consapevoli della difficoltà del momento che viviamo e del fatto che a volte c’è una strumentalizzazione abnorme del problema e anche che viviamo in un mondo di informazione globale. A volte mi fermo a leggere i commenti su internet e vedo la quintessenza dell’ignoranza e della violenza… per questo dobbiamo comunicare e farlo bene, cercando di rendere i cittadini consapevoli”.

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