Botta e risposta

Finale, maggioranza e minoranza ai ferri corti. Gualberti: “Devono tollerare chi la pensa diversamente”

Era stata dura la prima replica della maggioranza: "Gli brucia ancora aver perso le elezioni"

Massimo Gualberti

Finale Ligure. Botta e risposta continuo tra l’amministrazione comunale finalese a guida Frascherelli e l’opposizione capitanata da Massimo Gualberti. I due gruppi, di maggioranza e di opposizione, in questi giorni hanno dato vita ad un acceso dibattito che ha messo al centro alcune questioni mirate ed altre più generiche, che non hanno mancato di richiamare addirittura i risultati finali dell’ultima tornata elettorale.

Spiega il capogruppo di opposizione di “Le Persone al Centro” Massimo Gualberti: “Il duo più rappresentativo dell’Amministrazione, sognando di giocare a Monopoli, con le elezioni pensa di aver ottenuto Piazza della Vittoria e Viale dei Giardini, potendo ora  tranquillamente spennare gli altri concorrenti, regalandogli anche un sorriso di scherno al loro passaggio. Per governare senza minoranza sono purtroppo entrambi nati troppo tardi e loro malgrado devono tollerare che i rappresentanti della stragrande maggioranza dei Finalesi possano avere, per fortuna, idee molto diverse”.

“L’Amministrazione ha preso in giro gli abitanti di Via Brunenghi promettendogli una ristrutturazione da quasi 4 milioni di euro e lo  continua a fare spendendo ben 60 mila euro  per un Concorso di Progettazione perché la via avrebbe:  ‘una  particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale e paesaggistico’. ( E’ scritto proprio così) – continua Gualberti – un’inutile e costosa procedura che porterà all’ennesimo progetto nel cassetto, esattamente come è avvenuto con Piazza Abbazia a Finalpia, dove si preferiscono invece spendere altri 520 mila euro per 100 metri di strada, obiettivamente un po’ disadorni dopo che l’Amministrazione ha  lasciato morire lo stupendo palmizio che la ornava”.

Continua il consigliere di minoranza: “E perché non parlare della burla dei 900 mila euro destinati a  Via Dante che, nonostante il letterale disastro, non saranno mai spesi perché assurdamente legati al  buon esito di un’operazione immobiliare ferma da anni? Provino a smentirlo se ci riescono. La passeggiata del Castelletto, o meglio una parte di essa, doveva diventare l’emblema dell’Amministrazione che tutto vede e provvede ed è invece  diventata la dimostrazione  di una preoccupante superficialità, che bada poco o niente a  norme ed Enti sovraordinati. Norme che sono state ignorate anche per lo scomputo degli oneri di urbanizzazione, che in barba alla legge hanno permesso di realizzare opere spesso inutili, come i centimetri asportati al sottopasso di Via Brunenghi o l’asfalto più alto del marciapiede in via delle Mura a Finalborgo. Censuriamo le loro azioni? Certamente se avvengono in violazione di leggi dello Stato e determinano il mancato incasso degli oneri di urbanizzazione, che in questa variazione (proprio perché non incassati) hanno sottratto 250 mila euro alla manutenzione del Patrimonio Comunale”.

Afferma il capogruppo di opposizione: “Non ci siamo dimenticati del Tennis e siamo critici per l’ottimistica  decisione di  investirvi 835 mila euro (dopo averne appena spesi  750 mila per l’acquisizione dalla Regione),  esponendo  l’Associazione ad un oneroso raddoppio del canone fino al 2026. A loro dispetto abbiamo a cuore la nostra Città  e siamo certi che spendere quasi 600 mila euro per ripavimentare in asfalto una parte del Lungomare Migliorini non sia un intervento di riqualificazione, ma  uno sperpero di denaro pubblico, che sposta solo in avanti il problema. Il Piano delle opere pubbliche ripresentato per la terza volta in Consiglio Comunale è  complessivamente retorico, come lo sono gli argomenti che vengono banalmente usati per difenderlo. Perché non dire che questo Piano, solo utile alla  passata campagna elettorale, ammonta a più di 6 milioni di euro e che il 70% delle risorse necessarie alla sua realizzazione semplicemente non esistono? Un libro dei sogni e  purtroppo nel caso dei Finalesi: un vero e proprio libro degli incubi”.

Conclude Gualberti: “Su una cosa il duo ha però ragione: ne riparleremo a fine mandato. Sempre duri per tutti e cinque gli anni”.

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