Liguria. “Oggi risolvere il problema Ilva diventa difficilissimo e a farne le spese sarà un paese che già non cresce e vede aumentare i disoccupati. I sindacati sono convocati da me in regione mercoledì insieme a Confindustria e alle altre categorie del mondo produttivo. Serve una grande mobilitazione cittadina (come fu per Fincantieri) in difesa di un settore strategico come l’acciaio e di una fabbrica che è un’eccellenza del nostro polo produttivo di Cornigliano e del paese”. E’ l’appello lanciato dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dopo che la società Arcelor Mittal ha comunicato ai commissari Ilva di voler recedere con il contratto in essere per la gestione degli impianti.
Una mazzata per tutta filiera dell’acciaio, la siderurgia e l’indotto, che riguarda direttamente anche lo stabilimento Sanac di Vado Ligure con i suoi 80 dipendenti. La motivazione è nel decreto “Salva imprese”, con diretto riferimento alla scudo penale necessario per l’esecuzione del piano ambientale relativo a Taranto.
“Nessun governo nella storia repubblicana – ha proseguito Toti – ha mai fatto qualche cosa di paragonabile a questo contro un’industria strategica per il nostro paese. E l’ha fatto semplicemente per qualche applauso sotto un palco, nella velleitarietà di voler fare del ponte Morandi un ponte con le liane e le altalene e a Taranto un parco giochi per bambini”.
“Non si è mai sentito un fatto del genere – ha concluso – non dico in una delle maggiori potenze industriali del mondo come è l’Italia, ma in qualsiasi altro paese normale del globo terracqueo. E leggere oggi i comunicati del Partito Democratico che spiega a se stesso (che ha votato questa norma) cosa bisognerebbe fare è qualche cosa che sfiora o il surreale o la follia”.