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Dalla Regione 2 mln di euro per il “maggiordomo di quartiere”, ecco come funzioneranno i fondi

Dopo la sperimentazione nell'area genovese del CIV Luccoli l'iniziativa è stata estesa a tutta la Regione

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Foto d'archivio

Liguria. È stato emanato dalla giunta regionale l’avviso pubblico per la presentazione di operazioni per il sostegno a persone in condizione di temporanea difficoltà economica a valere sul Programma Operativo Regione Liguria FSE 2014 – 2020, Asse 2 “Inclusione sociale e lotta alla povertà”.

Si tratta del cosiddetto “maggiordomo di quartiere”, un’iniziativa realizzata a livello sperimentale nell’aerea genovese del CIV Luccoli che ha trovato un positivo riscontro tra coloro che – residenti e lavoratori della zona – hanno usufruito del servizio.

Dato l’ottimo apprezzamento, si è deciso di estendere a tutto il territorio regionale questa iniziativa finalizzata a creare le condizioni per il rafforzamento del profilo di occupabilità e la facilitazione dell’inserimento lavorativo di persone che versano in condizioni di temporanea difficoltà economica, garantire un contributo peculiare al sistema di welfare territoriale ligure nell’ottica di strumento di conciliazione vita – lavoro, e promuovere reti per la socialità sul territorio e attività di prossimità a sostegno della popolazione del quartiere e soprattutto di nuclei familiari e/o soggetti fragili e/o svantaggiati.

La gestione dell’iniziativa sarà affidata all’Agenzia Regionale per il Lavoro, la Formazione e l’Accreditamento (ALFA) e sarà finanziata con una somma complessiva pari a 2.000.000 di euro.

Alla liquidazione delle spese si procederà nel seguente modo. Un primo acconto, pari al 50%, sarà erogato contestualmente all’assegnazione delle risorse; un ulteriore acconto, pari al 30%, sarà erogato a condizione che ALFA abbia utilizzato almeno l’80% del finanziamento assegnato e abbia speso la metà del primo acconto; il saldo del finanziamento, fino a un massimo del 20%, sarà erogato a presentazione del rendiconto finale delle attività programmate e realizzate, che dovrà essere trasmesso alla Regione in tempo utile per l’espletamento delle procedure di riprogrammazione delle risorse e comunque non oltre due anni dall’assegnazione delle stesse.

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