Savona. E’ passato un anno dal vasto incendio che, il 23 ottobre 2018, ha distrutto completamente la sede dell’Autorità Portuale di Savona.
Il rogo divampa durante la pausa pranzo: all’interno dell’edificio si trovano circa 40 persone che, fortunatamente, riescono ad abbandonare in tempo lo stabile.
L’incendio richiama in pochi minuti l’attenzione di tutta la città, con una densa colonna di fumo nero visibile anche a grande distanza. Le fiamme avvolgono l’edificio in pochissimo tempo, per poi raggiungere anche le vetture di alcuni dipendenti in un parcheggio adiacente.
La nuova sede dell’Autorità Portuale savonese era stata inaugurata da poco più di un anno, nel giugno 2017, ed era costata quasi 9 milioni di euro. A colpire fin da subito la rapidità con cui l’incendio si sviluppa “divorando” l’intero edificio, teoricamente ignifugo.
Fortunatamente i successivi rilievi di vigili del fuoco e Arpal escludono la presenza di inquinanti nell’aria, tranquillizzando i cittadini preoccupati per quel “mostro” di fumo. Le indagini effettuate tramite uno strumento specifico, il ‘draeger’ (che accerta l’eventuale presenza nelle zone immediatamente adiacenti l’incendio di sostanze gassose), restituiscono valori sotto il limite di rilevabilità.
Il giorno stesso la palazzina viene messa sotto sequestro dalla Procura di Savona su decisione del pm Chiara Venturi, mentre gli uomini della finanza marittima raccolgono le testimonianze dei dipendenti. I racconti dei presenti permettono una prima frammentaria ricostruzione dell’accaduto, indirizzando le indagini verso una causa specifica: un mozzicone di sigaretta lasciato acceso su un terrazzino.
Il magistrato savonese apre un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti per fare luce sulle cause dell’incendio e per stabilire eventuali responsabilità. Lo scorso giugno viene disposta addirittura una vera e propria simulazione all’interno della caserma dei vigili del fuoco di Velletri, con la ricostruzione del muro esterno e il montaggio dei pannelli ignifughi sulla facciata. L’esito deve ancora essere reso noto.