Savona. E’ ripreso questa mattina in tribunale a Savona il processo relativo all’inchiesta Gsl: al centro del procedimento penale l’affidamento di Regione e Asl 2, risalente al 2010/2011 da 21 milioni l’anno, di 18 posti letto pubblici a Gsl (Gruppo Sanitario Ligure).
Ora, dopo che è caduta per prescrizione l’accuse di turbativa d’asta contestata a sei persone, tra manager pubblici e privati, restano in piedi quelle di abuso d’ufficio, falso, rivelazione di segreti d’ufficio che sono contestate (a vario titolo) a dieci imputati.
Questa mattina, come previsto, nel corso dell’udienza davanti al collegio del tribunale, sono stati ascoltati i teste dell’accusa, tra cui il Prof. Avv. Casanova (parere su estensione del contratto), Stefania Romano, funzionaria Asl 2 (su predisposizione gara e contratti) e Antonio Rossi, direttore Asl 1 2008-2011 (su progetto Costarainera, scelte bando e sperimentazioni ospedale di Bordighera).
Dai giudici e dagli avvocati difensori degli imputati è stato ascoltato il maresciallo della Guardia di Finanza Paolo Sicca, che aveva svolto le indagini per conto della Procura savonese nell’ambito delle fasi investigative.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 19 novembre: si partirà con gli interrogatori dell’ex capo chirurgo Guido Grappiolo, difeso dall’avvocato Franco Vazio e dall’avvocato Claudio Schiaffino, e del medico Fabrizio Grilli, a cui seguiranno gli altri nel corso delle prossime udienze.
A giudizio restano A. A. (allora legale rappresentante della Omnia Medica società capogruppo della rete temporanea d’imprese che si era aggiudicata il bando relativo all’ortopedia privata di Albenga), Eddie Bibbiani (medico chirurgo Gsl), Luca Garra, Guido Grappiolo (medico chirurgo del Gsl), Fabrizio Grilli (medico chirurgo Gsl), Stefano Maxena (medico chirurgo Gsl), Giuseppe Moraca (medico chirurgo Gsl), Neirotti (ex direttore generale Asl 2), Baldinotti (ex direttore amministrativo Asl 2) e Claudia Agosti (ex direttore sanitario Asl 2 oggi in pensione). A vario titolo ed in concorso, dovranno rispondere delle accuse di abuso d’ufficio (in relazione all’allargamento del valore economico del progetto che, partito da sette milioni di euro per la sola provincia di Savona, era arrivato ai 21 milioni che Gsl avrebbe incassato su scala regionale), falso (relativamente a centinaia di cartelle cliniche che sarebbero state falsificate per attestare la presenza di medici che in realtà erano assenti) e rivelazione di segreti d’ufficio.
L’indagine sull’affaire Gsl aveva preso le mosse dal sospetto che l’assegnazione del progetto di sperimentazione gestionale per il recupero delle fughe dei pazienti liguri fosse il risultato di una turbativa d’asta. In particolare, secondo l’accusa del pm Pelosi, la gara di assegnazione di 18 posti letto nell’ospedale di Albenga (formalizzato con una delibera dell’Asl del 2010, approvata in Regione nel 2011) fu “taroccata”, con la “collaborazione” dei vertici dell’Asl 2 arrivando poi anche ad allargare appunto il valore economico del progetto.
Indagando su Gsl, le Fiamme Gialle avevano poi scoperto le altre presunte irregolarità sulla gestione delle cartelle cliniche che vede coinvolti cinque chirurghi (Grappiolo, Bibbiani, Grilli, Maxena e Moraca). L’inchiesta, tra l’altro, aveva anche segnato la fine della gestione da parte di Gsl dell’ortopedia privata di Albenga: la Regione aveva infatti annullato la gara per la sperimentazione e bandito un nuovo concorso, quello che poi era stato vinto dal Policlinico di Monza.