Lettera al direttore

Risorsa

“L’Isola che c’è” un patrimonio sperperato

di Roberto Avogadro

Roberto Avogadro

Inaugurato il giorno di Sant’Ambrogio del 2012, il centro anziani “L’isola che c’è”, è stato da subito, grazie al dinamismo dell’allora assessore Loretta Zavaroni, un fiore all’occhiello della Città di Alassio per ciò che riguarda l’attenzione verso le problematiche e le esigenze degli Alassini meno giovani. Aspettato con trepidazione dagli anziani costretti a ritrovarsi negli angusti locali messi a disposizione dalla Croce Bianca presso la propria sede , dopo l’attesa di anni per la disponibilità dei locali di via Robutti già proprietà della USL, aveva costituito alla sua apertura un esempio di accoglienza, funzionalità e lungimiranza, grazie soprattutto, lo ripeto, all’allora assessore Loretta Zavaroni, e alla perfetta gestione della Gesco, e il numero degli iscritti e dei frequentatori era cresciuto esponenzialmente.

Oggi tutto questo è un pallido ricordo, destinato a sbiadire sempre più. Il fiore all’occhiello è stato lasciato appassire, ridotto nelle sue funzionalità e nei suoi spazi e sopratutto totalmente trascurato dall’amministrazione. Sempre meno fondi a disposizione, presenza della Gesco sempre più sporadica, mancanza di iniziative che non vengano da privati o da Associazioni e poi in ultimo un ridimensionamento dei locali con spazi tolti per altre attività non connesse alle funzioni del Centro che preclude anche l’uso della cucina con il locale bagno annesso. Una realtà non da valorizzare come sarebbe logico e auspicabile per una struttura che funzionava e dai numeri di utenti importanti, ma da usare per le estemporanee necessita di una amministrazione che come al solito vola sempre molto basso, decisamente molto più basso di quelle che gli anziani alassini meriterebbero.

Probabilmente sarebbe più coerente ribattezzare il Centro Anziani di Alassio “L’Isola che non c’è quasi più”.

Roberto Avogadro

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