Non va bene

L’Enpa punta il dito contro la pesca sportiva: “È doppiamente dannosa”

L'associazione a tutela degli animali si schiera anche contro la pesca commerciale "eccessiva"

Provincia. “Ormai quasi tutte le specie animali marine sono in preoccupante rarefazione, soprattutto a causa della pesca commerciale eccessiva e di quella sportiva praticata da milioni di persone (oltre 160.000 nella sola Liguria); ma quest’ultima, per colpa di tanti maleducati, uccide anche uccelli marini e costieri”. Lo dichiara in un comunicato l’ente nazionale per la protezione degli animali.

“Ne sa qualcosa un giovane marangone, che ha ingoiato amo e lenza abbandonati o perduti da un pescasportivo a Varigotti e recuperato quasi moribondo dai volontari della protezione animali savonese – spiegano in una nota – dalle radiografie è risultato che l’amo era finito nello stomaco con rischio di emorragie, mentre la lenza, che gli usciva dal becco, gli impediva di alimentarsi; per estrarlo, con un’attrezzatura non invasiva munita di un aspiratore speciale, la bestiola è stata portata dai volontari dell’Enpa a Livorno, al CRUMA (centro recupero uccelli marini ed acquatici – Lipu), dove i veterinari hanno effettuato l’operazione con successo ed è ora in convalescenza”.

Continuano: “Di fronte alla maleducazione ed all’evidente indifferenza di tanti pescatori cosiddetti “sportivi” verso gli animali, Enpa fa appello a chi frequenta le spiagge (ed alle organizzazioni che promuovono lodevoli iniziative di raccolta della plastica in mare) affinché elimini, con le dovute cautele, ami, lenze e reti che trova sugli arenili; ed auspica norme più severe nella materia, che attualmente consentono di catturare ben 5 chili di pesce al giorno, anche con strumenti professionali come nasse e parangali, in un mare con poche e minuscole aree protette”.

Secondo i dati forniti da Enpa sono già oltre duemila gli esemplari di fauna selvatica feriti, malati o in difficoltà soccorsi quest’anno dai volontari dell’associazione privata non governativa, che riceve soltanto un contributo regionale considerato “largamente insufficiente, in attesa che la regione Liguria organizzi un servizio pubblico di recupero e cura con mezzi e risorse adeguati” concludono.

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