Valigia sul letto

Lavoro, i giovani liguri fuggono all’estero a caccia di occasioni

Lo dicono i dati AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero): il resoconto 2018 parla chiaro. Ma secondo Coldiretti si può ripartire dal territorio

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Provincia. Sono più di 140mila gli emigrati liguri censiti nel 2018, ben il 9% della popolazione residente. Di questi 55mila (il 39%) hanno un’età inferiore ai 35 anni, e anche se le motivazioni del trasferimento possono variare, è la ricerca di un’occupazione che per la maggiore spinge i ragazzi fuori dai confini nazionali. L’agricoltura e la pesca ligure, con le aziende under35 cresciute nel 2018   dell’11% rispetto all’anno precedente, può rappresentare un settore strategico per la ripresa economica, l’occupazionale e la sostenibilità ambientale regionale, dando un taglio ai tassi di fuga dei giovani all’estero.

È quanto sottolinea Coldiretti Liguria, in base ai dati dell’anagrafe italiani residenti all’estero 2018 (AIRE), evidenziando un preoccupante esodo da tutta l’area del Nord Ovest, dove sono quasi 1 milione gli emigrati italiani che si spingono oltre confine. La scelta dei liguri ricade, per 54 mila persone, in Europa, in Stati quali Francia, Spagna, Regno Unito, Svizzera e Germania alla ricerca di un impiego e una sicurezza economica che non riescono a trovare nella loro città. Ma mentre si nota che in Liguria, a livello generale le imprese condotte da giovani sono calate del 3% nel 2018 rispetto all’anno precedente, le imprese agricole e ittiche confermano il buon trend con un +11%.  

L’andamento ligure trova conferma anche a livello nazionale dove con 57.621 imprese agricole condotte da under 35 nel 2018, l’Italia si conferma al vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura. Si tratta di una presenza record per l’ultimo quinquennio che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna, dove  il 70% delle imprese giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“I dati sull’emigrazione – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – mostrano un quadro preoccupante che rispecchia purtroppo il disagio, soprattutto lavorativo, che si ha in un periodo come quello che stiamo vivendo. Una delle dirette conseguenze è lo svuotamento che subiscono molte zone della nostra regione, soprattutto dell’entroterra, dove gli abitanti non guardano solo all’estero ma anche alle altre regioni italiane. In questo quadro un volano strategico per la ripresa economica ed occupazionale può essere rappresentato dall’agricoltura e dalla pesca locale, con le campagne e il mare che stanno diventando il banco di prova di tanti giovani che vogliono intraprendere questo lavoro con idee innovative. Nel 2018 l’occupazione in agricoltura e nella pesca di giovani liguri ha permesso l’apertura di 400 nuove attività, incremento di fondamentale importanza per il presidio della nostra terra e la difesa ambientale del nostro mare. Tuttavia al giorno d’oggi fare impresa per un giovane non è un’ “impresa” facile, a causa soprattutto delle barriere d’entrata con cui si devono fare i conti, da quelle finanziarie a quelle burocratiche fino a quelle tecnologiche ed occorre, quindi, sostenere il sogno imprenditoriale delle nuove generazioni che vogliono investire il proprio futuro nelle campagne, senza abbandonare la loro terra e cultura”.

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