Liguria. Prima possibile schiarita su Arcelor Mittal e la vertenza sull’ex Ilva di Taranto che investe Genova Cornigliano e anche la Sanac di Vado Ligure. E’ quanto è emerso dall’incontro di oggi in sede ministeriale con le organizzazioni sindacali di categoria.
“Prendo atto che il Ministro Patuanelli ha riconfermato l’accordo del 6 settembre 2018 e gli impegni sul risanamento ambientale e industriale, ovvero che nulla muta del piano industriale e nell’ambito di questo la convergenza di Mittal” afferma Antonio Apa, Segretario Generale Uilm Genova.
“Il dato negativo che registriamo è che non ha dato nessuna rassicurazione sulla tutela legale e questo può creare non pochi problemi rispetto alla posizione di Mittal”.
“Comunque per quanto riguarda la Uilm di Genova prendiamo atto della convergenza totale del Ministro sull’accordo del 6 settembre 2018 siglato al Mise che per noi rimane valido a tutti gli effetti” conclude.
“Il Governo si assuma le proprie responsabilità. Deve garantire la continuità produttiva dell’azienda. Il rischio per tutta la filiera dell’acciaio è troppo alta e quindi anche per lo stabilimento di Genova. L’accordo del 6 settembre 2018 va rispettato da azienda e Governo. Bisogna partire da questo per riaprire una discussione seria e di prospettiva industriale che tuteli lavoro e ambiente altrimenti il sindacato e i lavoratori sono pronti a mobilitarsi da subito, senza tentennamenti alcuni che in questo momento sono propri della parte politica” aggiunge Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria .
Naturalmente ora si dovrà dare seguito al faccia a faccia odierno, con tempi brevi considerando le sofferenze dell’indotto, come la Sanac di Vado Ligure, specializzata nella produzione di refrattari industriali, da sempre legata al gruppo Ilva. La sua produzione dipende ancora per il 75% da Taranto e quindi dalla nuova proprietà ArcelorMittal Italia.
Per le maestranze è prevista la cassa integrazione, per la quale era già stato proclamato uno sciopero di 4 ore in segno di protesta per la situazione di stand by, oltre che per una convocazione in sede ministeriale mai arrivata.
Ora il Mise dovrà chiudere la vertenza in atto, per dare garanzie a tutta la filiera dell’acciaio e salvaguardare tanti posti di lavoro.