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Autonomia, Liguria più vicina all’obiettivo: parte il negoziato

Se ne è discusso oggi a Genova durante l'incontro avvenuto tra il presidente regionale e il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia

Provincia. Riparte il cammino della Liguria verso l’autonomia differenziata dopo lo stop imposto dalla crisi del governo Conte. “Ci sono le condizioni per aprire rapidamente nelle prossime settimane i tavoli specifici”, ha detto il presidente Giovanni Toti dopo l’incontro col ministro Francesco Boccia in visita a Genova. Porto, sanità e infrastrutture i punti chiave del documento presentato già lo scorso aprile.

“Oggi, dopo aver ridefinito confini di quella richiesta, abbiamo deciso di far partire il negoziato tra delegazione trattante della Regione Liguria e i tecnici del ministero che sono al lavoro già da settembre – ha spiegato il ministro Boccia -. La proposta della Regione Liguria, come quella della Toscana, esalta alcune specificità della regione ma non tocca alcune materie oggetto di grandi discussioni politiche nel paese, mi riferisco per esempio a scuola e cultura”.

“Ringrazio il ministro per la visita di quest’oggi e per aver visionato tutto il percorso messo a punto da Regione Liguria sul tema dell’autonomia – ha sottolineato Toti – nelle prossime settimane apriremo i tavoli specifici, parallelamente al percorso legislativo del ministero”.

Nel marzo scorso la Giunta ligure ha approvato il documento che ha dato avvio all’iter per arrivare alla gestione autonoma di una serie di materie e temi specifici, come avevano già fatto dalle Regioni di testa Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Autonomia, Toti, Ministro Boccia

Dovrebbe essere più semplice, quindi, il cammino per la Liguria, che però dovrà comunque seguire l’iter delle altre regioni. Già a gennaio, ha annunciato Boccia, potranno essere firmate le intese specifiche “ma l’ultima parola spetterà al Parlamento e non prenderemo scorciatoie”. Le norme generali saranno definite da un’apposita leggequadro che dovrà essere una “cintura di sicurezza”, sempre nelle parole del ministro, per evitare che alcune regioni siano avvantaggiate rispetto ad altre. Ad affiancare il governo sarà una commissione di esperti di cui fa parte, tra gli altri, l’ex governatore lombardo Roberto Maroni.

“La Liguria – ha aggiunto Toti – ha alcune sensibilità particolari: l’efficienza e la funzionalità del nostro sistema portuale da cui dipende un pezzo della competitività del nostro sistema Paese, visto che i porti del Nord Ovest valgono il 52% dell’import-export via mare del nostro Paese. E poi c’è il tema delle infrastrutture che devono partire al più presto per garantire le esigenze fondamentali dei cittadini liguri. Accanto a questi c’è poi il tema della sanità, tenendo conto che la Liguria ha una serie di aree interne e una popolazione disomogenea per cui occorre grande sensibilità nell’applicare per applicare quei ragionevoli criteri di efficienza della sanità, in modo coerente con le esigenze di una popolazione che vive su territori complessi”.

“Quella dell’autonomia – ha proseguito Toti – è una grande occasione non solo per la Liguria, ma per tutte le regioni d’Italia. Non si tratta naturalmente di mettere in discussione l’unità nazionale o il principio solidaristico tra i territori, ma – ha concluso – di tenere conto delle diverse specificità locali, di valorizzare gli aspetti migliori e più strategici di ogni angolo d’Italia”.

COSA CAMBIA. Anzitutto in tema di sanità, la Liguria chiede maggiore autonomia legislativa e amministrativa per garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea), con la possibilità di superare i vincoli di spesa, flessibilità nella definizione dei ticket e una diversa distribuzione dei posti letto sul territorio.

Punto cruciale dell’intesa sarà quello che riguarda i porti. La Regione chiede di istituire un fondo per la trattenere sul territorio una quota dei tributi pari al 3% dell’Iva, dei dazi e delle accise generate annualmente. Nomina diretta dei presidenti delle Autorità portuali e trasformazione in società per azioni, oltre a semplificazioni che escludano intese preventive col Mit.

In tema di infrastrutture, resta sullo sfondo l’idea di una società autostradale ligure lanciata da Toti per supplire alla gestione di alcune tratte in caso di revisione o revoca della concessione ad Aspi. “Lo abbiamo accennato al ministro, potrebbe essere parziale soluzione di alcuni problemi. Se troveremo un accordo si entrerà nello specifico”, ha precisato Toti. L’ultima parola spetterà però alla ministra De Micheli.

 

 

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