Lettera al direttore

Lettere

Ancora guai per l’industria savonese: il pensiero di Franco Astengo

corteo Bombardier

Savona. La disastrata struttura industriale savonese sta subendo altri colpi.

Bombardier Italia annuncia 21 esuberi, il voto del Parlamento sullo “scudo giudiziario” ai dirigenti mette in discussione la presenza di Arcelor Mittal in Italia e di conseguenza trema anche lo stabilimento SANAC di Vado Ligure.

Nel frattempo l’area di crisi industriale complessa gestita da Invitalia non ha prodotto nulla, non c’è piano per le bonifiche da completare su diversi siti, continuano a mancare le infrastrutture.

Un vecchio discorso che si ripete ad ogni notizia del tipo di quelle succintamente riportate.

Una storia lunga quella della deindustrializzazione nella provincia di Savona che non riassumiamo in questa sede per ragioni di economia del discorso ma che è trascorsa assieme attorno alla “questione morale”, allo scambio con la speculazione edilizia, alla dequalificazione tecnologica di punti nevralgici di quella che era stata una grande struttura industriale, a un drammatico e irrisolto rapporto tra lavoro e ambiente in situazioni che hanno fatto epoca addirittura a livello internazionale assumendo le vesti di “emblema”di questa tragica contraddizione.

Non a caso, nel corso di questi passaggi, parecchi anni fa il CENSIS descrisse la nostra zona come “area triste” e non saranno certo gli stanchi crocieristi che attraversano Savona per imbarcarsi o tornare a casa a cambiare lo stato di cose in atto.

Città e provincia di Savona sono ormai ridotti ai minimi termini rispetto alla capacità di affrontare i grandi nodi dello sviluppo e della prospettiva per il futuro.

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