Alassio-Savona. Si è da poco concluso l’udienza in cui è stato discusso il ricorso presentato dal sindaco-sospeso di Alassio Marco Melgrati, affiancato dal suo legale Franco Vazio.
Nulla di fatto, però, alla fine. Almeno per il momento. Il tribunale di Savona, infatti, ha deciso di rinviare la discussione al prossimo 19 novembre, con termine per la presentazione di eventuali memorie fissato al 15 novembre.
“Sono e rimango il sindaco di Alassio in carica, ancorchè sospeso, non credo che la sentenza nel merito possa modificare quanto già stabilito dalla sentenza relativa all’art.700 (l’urgenza) di cui questa sentenza sarà emanazione, – ha dichiarato Marco Melgrati. – Confido nella Magistratura giudicante, come ho sempre fatto, e se non sarà questa volta potrà essere in Appello o in Cassazione, dove ricorreremo, per dimostrare la incostituzionalità del provvedimento sospensivo e accessorio della legge Severino”.
“Premesso che non ho compiuto azioni illegittime, ed ho seguito alla lettera una Legge Regionale che ammetteva queste spese di rappresentanza, e per la viacard la mia assistente era stata autorizzata verbalmente dal dirigente della Regione, che stranamente in tribunale ha ‘perso la memoria’, non dicendo però che ‘non poteva aver detto una cosa del genere’. E stiamo sempre parlando di 1.500 euro di via card e di 2.300 euro di spese di rappresentanza in tre anni. Bastava chiedermi la restituzione della cifra (3.800 euro) anche perchè chi compie peculato deve farlo con dolo, ed è stato dimostrato che il dolo non c’era, anzi”.
“Prima o poi troverò un ‘giudice a Berlino’ che mi darà ragione, come ha dato ragione agli altri 4 sindaci assolti in primo grado ma condannati in secondo grado (il che è peggio perchè rimane solo un grado di giudizio) ai quali è stata revocata la sospensione e inviato le carte alla Corte Costituzionale. Se avessi rubato 3.800 euro sarei un ‘co…’, ma siccome non lo sono ho sempre agito nel rispetto della Legge Regionale vigente, in maniera più che legittima, con il controllo della Commissione Regionale di Controllo e l’avvallo dei funzionari e dirigenti regionali, con le spese legittimate dalla Corte dei Conti. Sono innocente e lo dimostrerò, prima o poi“, ha concluso.
La “Legge Severino” era scattata nei confronti di Melgrati in seguito alla condanna a 2 anni, 11 mesi e 15 giorni nell’ambito del processo “Spese Pazze”, prevede che chi ricopre una certa carica pubblica, se condannato per certi tipi di reato, non può più candidarsi.
Con una condanna in primo grado (il “caso Melgrati”), scatta la sospensione dalla carica di sindaco per 18 mesi, ai quali se ne aggiungerebbero altri 12 in caso di conferma della condanna da parte della Corte di Appello, e poi con conseguente decadenza dell’intera giunta comunale e nuove elezioni nel caso di conferma della condanna da parte della Cassazione.
Lo scorso 19 luglio era stato respinta la richiesta di sospensiva avanzata da Melgrati, assistito dal legale Vazio, che avevano sollevato dubbi sulla legittimità della norma. Di diverso avviso, però, il Collegio del Tribunale di Savona, secondo il quale “la legge Severino è già stata sottoposta al vaglio di legittimità costituzionale”, e che pertanto aveva respinto il ricorso.