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Savona, Siciliano: “Non manca una punta, manca la mentalità di colpire con convinzione”risultati

Il tecnico biancoblù ribadisce i limiti emersi sul campo da parte dei suoi giocatori

Vado Ligure. Il Savona esce sconfitto dal derby del Chittolina. Sandro Siciliano salva la prestazione della sua squadra, ma evidenzia le pecche che sono state la causa del nuovo passo falso.

L’allenatore degli striscioni, afferma: “Sono molto molto arrabbiato. Non è facile in questo momento essere lucidi nell’analizzare la partita, tanto che quando sono entrato negli spogliatoi ho parlato anche con il direttore molto chiaramente. Siamo sulla stessa linea d’onda, lo immaginavo, però era giusto fare due considerazioni perché francamente uscendo con una sconfitta che non volevamo portare a casa è chiaro che girano altamente le scatole”.

Nei primo trenta minuti tre o quattro palle gol le abbiamo avute. Si vede che sarà anche io, probabilmente, che non porto tanto bene – scherza con amarezza il mister -: al primo, o secondo, tiro in porta siamo andati sotto, alla fine del primo tempo. È chiaro quello che c’è mancato nei momenti topici, dopo che siamo riusciti a pareggiare con Giovannini; ero convinto per come avevano recuperato la partita, e successivamente ci sono state altre palle gol, però di nuovo abbiamo preso un gol: siamo molli, non abbiamo quella cattiveria che ci va. Se non lo capiamo non andiamo da nessuna parte. Non vado io da nessuna parte in primis, finisce il mio percorso prima, la squadra a dicembre viene stravolta. Il calcio è questo, lo sappiamo: tutti dobbiamo tirare fuori gli attributi”.

“Facendo un’analisi con un minimo di lucidità – sottolinea Siciliano – la squadra nel contesto non ha fatto male. Ha manovrato, le palle gol le ha avute. Bravo il portiere, non bravi noi assolutamente. Poi è chiaro che in momenti topici non puoi pensare a qualsiasi squadra di non concedere qualche palla gol. Però se le concedi evitabili, come il primo e il secondo gol, devi dire mea culpa, abbassare la testa, prendere le bastonate e andare avanti, se no veramente non si va da nessuna parte. Perché si è fatto, ma se poi si butta tutto alle ortiche, di cosa stiamo parlando?”.

Mercoledì c’è il recupero con la Fezzanese, poi domenica la Lavagnese ancora in casa. “Allenamento domani, come da programma. Abbiamo queste due partite dove la squadra deve assolutamente svoltare sotto quell’aspetto. Questa è la Serie D, forse qualche giocatore non l’ha ancora capito. Avevo un giocatore che ha giocato a grandi livelli, professionista, che quando era con me ha vinto due campionati dicendo alla squadra ‘se corriamo più degli altri oggi vinciamo'”.

Il problema – ribadisce l’allenatore – è che nel momento in cui devi azzannare, ci deve essere questa svolta. Perché la D è così: squadre chiuse, che si difendono, onore al Vado che ha fatto la sua partita alla perfezione chiusa e in ripartenza. Episodio, palla inattiva, gol; ci sta. Al di là di situazioni come nel secondo gol dove sembra che ci sia stato un fallo ma non l’ha fischiato. Non bisogna fermarsi, bisogna darle agonisticamente parlando. Oggi siamo ancora tutti in corsa, però se non sia ha questa mentalità le giornate passano e qualcuno salta, obbligatoriamente: è il calcio“.

La mentalità va cambiata. “Non è un aspetto facile, perché probabilmente devi dare uno stimolo: in questi giorni ci sto provando in mille modi. Io mi metto dalla mia parte, cercherò di migliorare ulteriormente questi stimoli e queste letture, perché in questi giorni tra i professionisti sta andando di moda il discorso modulo, contromodulo. Il modulo conta relativamente se poi non ci sono intensità, corsa, mentalità. Io e la società insieme possiamo dare stimoli, metterci tutte le cose possibili, poi è chiaro che devono tirare fuori quella mentalità che serve. Questa è la Serie D: belli non serve, bisogna essere prima concreti. Inizia ad essere concreto, poi inizi ad essere bello. Oggi bisogna essere così: perciò testa, orecchie e pedalare, anche perché siamo una società importante, una città importante e dobbiamo ricordarcelo ogni giorno che si fa allenamento. Speriamo che questo sia un ulteriore stimolo a creare una mentalità”.

Anche oggi è emersa la mancanza di una punta, un attaccante che finalizzi la manovra. “Può anche mancare quella caratteristica, il problema è che se arrivo lì e non faccio il movimento a spingerla dentro posso avere pure Van Basten o Higuain e la palla non va dentro. Ci sono dei giocatori che lì davanti, soprattutto oggi, nelle condizioni di fare un movimento piuttosto che un altro e andare dentro convinto, girano e non ci credono. Poi l’ha fatto Giovannini, un 2001, si è fatto trovare pronto lì. Devo fare gol, devo andare dentro, ci devo credere, devo fare un movimento, indipendente dalla caratteristica. Il problema è avere quella mentalità: oggi le palle gol ci sono state. Poi tutto è migliorabile, senza ombra di dubbio”.

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