Lettera al direttore

Affondo

Noli, incompiute e domande senza risposta…

"Se non arriveranno risposte chiare sono pronto ad iniziare uno sciopero della fame..."

enrico pollero, la destra (noli)

Noli, un luogo dove molte domande non trovano risposte oppure ci sono ma lasciano aperti molti scenari scomodi.

In questi anni di incarico istituzionale ho appuntato la mia attenzione di amministratore su alcuni fatti accaduti a Noli, che definire strani è solo un eufemismo, iniziamo da un fatto eclatante, l’approdo Romano, all’estremo ponente di Noli, pare che qualche anno fa venne trovato durante degli scavi edilizi un antico approdo Romano, non di grandi dimensioni ma tale da poter permettere l’approdo di imbarcazioni di dimensioni medie – piccole per il trasporto di merci, sembra che siano stati rinvenuti in prossimità dei reperti archeologici anch’essi di età Romana, suppellettili, monete auree e quant’altro che potesse fare sospettare la presenza in quell’approdo di abitazioni di notabili Romani.

Dove è finito quel materiale? Spero esposto e fruibile al pubblico in qualche museo.

Nonostante la presenza di questo approdo nulla è stato fatto per dargli giusta dignità mediatica e museale anzi una colata di cemento ha coperto tutto, non proprio tutto, pare che in un garage sotto la strada ci sia un pozzo di acqua dolce, anch’esso risalente all’epoca Romana nascosto agli occhi di tutti.

Un’altra domanda che vorrei rivolgere agli amministratori di Noli riguarda una palla di cannone che fu sparata da un veliero Britannico, durante uno scontro navale con navi Francesi a marzo 1795 avvenuto proprio di fronte a Capo Noli, c’era fra gli altri, un ufficiale che sarebbe divenuto famoso in seguito, Horatio Nelson, proprio quella palla di cannone rimase incastonata nella facciata, fronte mare, di un palazzo patrizio nolese, da tempo quella palla di cannone è stata rimossa e nessuno mi dice dove sia finita. D’altra parte lo stesso palazzo nobile, del 1600, costruito attorno ad una antica torre marina, passato dalle mani del Doge di Genova sino ad una nobile famiglia locale subì negli anni 70 un restauro mai terminato che a parte alcune caratteristiche presenta una triste facciata di calcestruzzo che colpisce come un pugno in un occhio. Chissà chi ha permesso questo restauro e chissà dove si trova questa palla di cannone.

Un’altra situazione è quella inerente il castello o quello che ne rimane sul monte Ursino, la zona attorno al maschio ha subito importanti cambiamenti tali da snaturarne completamente la geografia e addirittura da cancellare degli antichi sentieri per sostituirli con scalinate recentissime, nonostante alcune prescrizioni della Sovrintendenza alle B.A.

Inoltre dalla cosiddetta Torre del Pappone si diparte una antica Creuza, lunga circa 700 metri, che va a raggiungere il Castello sovrastante, questa stradina che non è privata ma comunale e che noi da ragazzini percorrevamo nei nostri giochi è attualmente sbarrata da una pesante porta di metallo, che sembra essere stata presa da bunker (da più di tre anni senza un cartello che giustifichi i motivi delle chiusura come da norma), francamente non mi spiego la ragione di questo sbarramento anche perché essendo la Creuza comunale dovrebbe essere fruibile da tutti i cittadini, turisti compresi, data la valenza panoramica della stessa…..

Altro fatto da chiarire riguarda un ascensore dalla forma avveniristica, che svetta dalla galleria artificiale del levante di Noli sino a raggiungere a mezza collina il ristorante il Vescovado, in pratica questo ascensore fu costruito con il permesso del Comune ma soprattutto con la prescrizione di uso pubblico, in realtà questo manufatto meccanico è di uso esclusivo di un ente non comunale, una diocesi e il suddetto ristorante. Anche questa situazione andrebbe affrontata e chiarita in modo da trovare un giusto equilibrio tra pubblico e privato e permettere la salita anche ai turisti e ai cittadini nolesi.

Ci sarebbe anche molto da eccepire sulla sicurezza dell’arrivo intermedio dell’ascensore su un camminamento a ponte che forse non offre un completo rispetto delle norme di sicurezza.

Ricordo con chiarezza che l’amministrazione di cui facevo parte acquistò un certo numero di ‘Gratta e Sosta’ da distribuire a richiesta. Era un’idea interessante per facilitare il parcheggio e l’incasso comunale con un metodo più semplice e veloce, evitando la ricerca di moneta.

A tutt’oggi questi ‘Gratta e Sosta’ sono rimasti ben chiusi in un cassetto e nessuno si è sognato di dare loro la luce…

A distanza di tempo tutte queste domande non hanno ricevuto risposte, e come qualcuno direbbe il tempo è scaduto, se non riceverò risposte serie ed esaurienti, inizierò uno sciopero della fame.

Enrico Pollero ex consigliere comunale di Noli

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