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Liguria Digitale, Pd all’attacco: “Entroterra senza adeguata connessione, sanità poco informatizzata”

I consiglieri M5S e Rete a Sinistra si associano alle critiche sul programma presentato in Regione

Regione. Con 16 voti a favore (maggioranza di centro destra), 12 contrari (Pd, Mov5Stelle e Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria) e 1 astenuto (Giovanni Boitano del Gruppo misto) è stato approvato il Programma Strategico Digitale della Regione Liguria 2019 – 2021).

Il Programma Strategico Digitale della Regione Liguria 2019 – 2021 intende rafforzare il ruolo di regia della Regione Liguria nel percorso di diffusione della digitalizzazione del sistema pubblico regionale con un maggiore coinvolgimento attivo anche delle Autonomie locali; potenziare la salvaguardia degli investimenti pregressi ed in corso sul Data Center regionale e sulla sicurezza cibernetica dei sistemi digitali gestiti. Il Programma definisce in maniera più compiuta alcuni indirizzi strategici strutturanti e trasversali come il “digital first” (progettare e implementare servizi al cittadino e alle imprese con l’utilizzo delle tecnologie digitali e traguardare la loro disponibilità su dispositivi mobili).

Il Programma definisce gli ambiti in cui rafforzare la digitalizzazione dei processi tecnici ed amministrativi:
Salute dei cittadini e servizi sociali
Tutela dell’ambiente, pianificazione del territorio e delle risorse, edilizia
Prevenzione dei rischi e gestione dell’emergenza
Scuola digitale e istruzione
Lavoro e formazione professionale
Trasporti intelligenti
Attrattività turistica e per il tempo libero
Promozione e tutela culturale
Competitività dei soggetti economici liguri e attrattività imprenditoriale
Comunità agricole e promozione delle tipicità
Efficienza della PA regionale: infrastruttura digitale amministrativa, funzionale e contabile.

Ma non sono mancate polemiche: “In Liguria ancora troppi Comuni, soprattutto dell’entroterra, non possono contare su un’adeguata connessione alla rete Internet: una situazione assurda, che crea cittadini di seria A e cittadini di serie B. La Giunta deve sbloccare gli investimenti europei per l’ultra banda larga fermi da tre anni. Oggi molte aziende delle aree interne hanno difficoltà a emettere fatture elettroniche e parecchi studenti non sono in grado di fruire dei servizi digitali di base” afferma il gruppo Pd in Regione.

“Liguria Digitale è una grande azienda, che non viene utilizzata al massimo delle sue potenzialità. Lo dimostrano sia i ritardi sul fascicolo sanitario informatico, che c’è ma non si vede (visto che i cittadini liguri non riescono a coglierne tutte le potenzialità), sia il mancato coinvolgimento di Liguria Digitale in merito ai problemi informatici relativi al Programma di sviluppo rurale. La nostra Regione è penultima in Italia per capacità di spesa dei fondi europei dedicati al Psr, ma la Giunta invece di chiedere aiuto all’azienda informatica “di casa” si è rivolta alla struttura delle Marche, l’unica Regione che sta facendo peggio di noi nell’erogazione di queste risorse. Non è andata meglio sul fronte del biglietto elettronico per i mezzi pubblici, promesso dall’assessore Berrino entro la fine di quest’anno e ancora avvolto nel mistero. La sola certezza è che neppure in questo caso è stata coinvolta Liguria Digitale”.

“In questi quattro anni e mezzo è mancata una programmazione seria e strategica per lo sviluppo di Liguria Digitale e dei sui servizi sul territorio. La Regione oggi si limita a un aumento di risorse e di personale, ma continua a sottoutilizzare un’azienda ricca di grandi professionalità”.

E per il consigliere Dem Mauro Righello: “Carenza in Liguria negli ultimi tre anni di politiche legate all’espansione del digitale che – ha detto – è fondamentale per le imprese e per la rete sanitaria. Righello ha definito «fallimentare la politica della Regione in un settore che sarebbe – ha detto – vitale per lo sviluppo della Liguria”.

Marco De Ferrari (Mov5Stelle) ha concordato con Righello sui ritardi nella digitalizzazione: “Siamo lontani dal raggiungere gli obbiettivi previsti. Dobbiamo farci portavoce – ha sottolineato – soprattutto dei piccoli Comuni che più di tutti soffrono dei ritardi nello sviluppo della rete. I buoni propositi restano ancora su carta, mancano atti concreti”. De Ferrari ha auspicato la nascita di una comunità digitale.

Alice Salvatore (Mov5Stelle) ha aggiunto: “Questo testo è solo una dichiarazione di intenti, un libro dei sogni”. Secondo il consigliere manca la concretezza di come attuare le linee programmatiche perché mancano le clausole valutative per verificare se e come gli obbiettivi sono stati raggiunti, se agli intenti hanno seguìtole azioni e, soprattutto, chi sono i responsabili di queste azioni”. Il consigliere ha concluso definendo “fuffa” il documento.

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria) ha lamentato l’assenza di una adeguata digitalizzazione del sistema sanitario ligure per creare una rete di condivisione dei dati. Il consigliere ha sottolineato che la digitalizzazione è una competenza strettamente regionale e che altre realtà, e ha citato il Veneto, hanno attuato una politica digitale più espansiva. Secondo il consigliere, dunque, il documento è “arretrato e superato”.

Giovanni Lunardon (Pd) ha dichiarato: “Non siamo in grado di utilizzare al meglio Liguria digitale, che viene impiegata come fosse una vecchia 500”. Il consigliere ha aggiunto: “I cittadini non possono cogliere l’utilità del “fascicolo sanitario digitale”, come avviene in altre realtà regionali, e non siamo in grado di raccogliere i frutti di un lavoro che sicuramente c’è stato e così il livello della digitalizzazione in Liguria arranca”.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha annunciato voto contrario e, tornando sul “fascicolo sanitario digitale”, ha spiegato che non sono state spese le risorse umane e economiche che erano necessarie. “Liguria Digitale – ha accusato – è stata utilizzata per comperare dei tappeti”. Tosi, infine, ha lamentato l’assenza di interventi in aula durante il dibattito sul documento da parte dei consiglieri della maggioranza.

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