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Legge elettorale, discussione in consiglio regionale: sì al referendum

I consiglieri di Pd, Movimento5Stelle e Rete a Sinistra hanno abbandonato l’aula prima del voto

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Regione. Con 17 voti a favore (Giovanni Boitano del Gruppo misto e la maggioranza, escluso Giovanni De Paoli della Lega Nord Liguria che si è astenuto) il consiglio regionale ha approvato la proposta di deliberazione 107 presentata da Franco Senarega (Lega Nord Liguria-Salvini) e sottoscritta anche da Angelo Vaccarezza (FI) sulla “Abrogazione delle disposizioni sull’attribuzione dei seggi con metodo proporzionale in collegi plurinominali nell’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”.

I consiglieri di Pd, Movimento5Stelle e Rete a Sinistra hanno abbandonato l’aula prima del voto.

Il quesito referendario abroga le disposizioni del sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica concernenti l’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali con metodo proporzionale. La nuova normativa attribuisce tutti i seggi per la Camera e per il Senato in collegi uninominali, in ciascuno dei quali risulta eletto il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti. A tal fine sono interessati dalle abrogazioni le disposizioni contenute nel testo unico per l’elezione della Camera (Dpr 361/1957), nel testo unico per l’elezione del Senato (d.lgs. 533/1993) e nella legge 51/2019 , cioè la vigente delega per la revisione dei collegi sia plurinominali sia uninominali che, a seguito dell’intervento abrogativo, costituirebbe lo strumento per la determinazione dei collegi uninominali. Si tratta di un unico quesito che investe in modo omogeneo il sistema elettorale di Camera e Senato con l’abrogazione della parte proporzionale con la conseguente estensione del sistema maggioritario in collegi uninominali.

Il consiglio ha respinto gli emendamenti presentati dalla Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria e Pd con il voto contrario di Giovanni Boitano (Gruppo misto) e della maggioranza, eccetto Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria Salvini), che non ha partecipato al voto.

Il gruppo del Partito Democratico spiega di essere uscito dall’aula “dopo l’ennesima forzatura regolamentare della maggioranza” perché non vuole “avere nulla a che spartire con la nefandezza che si è consumata in Consiglio regionale, degradato al rango di megafono di Salvini. Non votiamo un quesito referendario inammissibile e incostituzionale che sarà certamente respinto dalla Corte Costituzionale e che senza mezzi termini consideriamo una porcata (la seconda dopo il Porcellum partorito sempre da Calderoli). Il voto di oggi, tra l’altro, è del tutto irrilevante perché il quorum delle cinque Regioni per attivare il referendum è stato già raggiunto ieri. L’ennesimo atto di sottomissione di Toti a Salvini che non serve a nulla. Toti è sempre più irrilevante come del resto il suo ‘partito’ che viaggia serenamente verso lo 0,8%. Abbiamo infine capito che questa maggioranza che promuove un referendum sulla legge elettorale nazionale, non ha alcuna intenzione di cambiare la legge elettorale regionale togliendo il listino e inserendo la doppia preferenza di genere. Altrimenti Toti non avrebbe aperto un indecoroso mercato della vacche promettendo posti sul listino a tutto spiano per far tornare i conti della sua maggioranza. Di questo passo però Toti avrà bisogno di due o tre listini per far fronte alla mole di promesse che ha fatto. Una pagina nera per il Consiglio regionale della Liguria”.

I consiglieri di Pd, Mov5Stelle, Rete a Sinistra &liberaMENTE Liguria, dopo la prima votazione degli emendamenti hanno abbandonato l’aula per protesta.

Claudio Muzio (FI) è intervenuto annunciando voto favorevole al provvedimento e ha ribadito che la maggioranza regionale di centro destra è granitica, attraente ma autosufficiente: “Io ho fatto 800 chilometri per poter essere qui oggi. Li ho fatti per mia scelta, nessuno mi ha chiamato e tanto meno obbligato. Sono venuto a mie spese, lasciando un’esperienza importante e straordinaria come quella che ho vissuto, delegato dal consiglio, in Venezia Giulia coi ragazzi vincitori del concorso sulle foibe. Sono venuto qui e ho dovuto assistere ad una scena indecorosa da parte dell’opposizione, che a parole chiede democrazia e rispetto delle regole e poi si presenta qui mettendo in scena un teatrino incommentabile con cartelli, tappeti verdi e sfilate, in un’aula in cui il dovere di noi consiglieri dovrebbe essere quello di legiferare ed occuparci in modo serio dei problemi dei cittadini. Alla fine di tutto questo è successo anche che uno dei consiglieri di opposizione, il consigliere Garibaldi del Pd, ha dato dei servi a noi della maggioranza”.

“Io, e penso di parlare a nome dei colleghi, non sono servo di nessuno: il rispetto delle persone è un valore che noi non possiamo mettere da parte, tanto meno in quest’aula. Chiedo a tutti i colleghi di assumere un atteggiamento responsabile, per rispetto dei cittadini che ci stanno guardano e che col loro voto ci hanno eletto in questa Istituzione”. E’ quanto ha dichiarato Claudio Muzio, consigliere regionale di Forza Italia e segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’assemblea legislativa della Liguria, intervenendo nel corso dell’odierna seduta di Consiglio, dedicata alla discussione sul referendum elettorale, e annunciando il suo voto favorevole alla proposta”.

Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha annunciato l’astensione sul provvedimento ribadendo però il sostegno alla maggioranza del presidente Giovanni Toti.

Angelo Vaccarezza (FI) ha annunciato voto favorevole al quesito referendario. Franco Senarega (Lega Nord Liguria Salvini), primo firmatario del provvedimento, ha ribadito il voto favorevole al provvedimento.

Andrea Costa (Liguria Popolare) ha annunciato voto favorevole spiegando che non era richiesto al consiglio un giudizio nel merito ma il voto favorevole al quesito permette alla proposta di avviare un percorso che può portare ad un referendum, che è la più alta espressione di democrazia: “Liguria Popolare è nata, è cresciuta e si è radicata come movimento fondato sulla partecipazione, sulla libertà, sulla solidarietà e sulla vicinanza ai problemi dei cittadini – hanno detto Andrea Costa e Gabriele Pisani – cui poco interessano le leggi elettorati ma piuttosto i problemi del lavoro, delle famiglie, come crescere i figli, come migliorare i servizi pubblici con in testa la sanità e molto altro ancora”.

“In consiglio regionale siamo ora però chiamati a esprimerci – proseguono i due consiglieri – Gli elettori hanno bisogno di chiarezza. Questa chiarezza per Liguria Popolare oggi significa votare sì alla proposta di chi chiede di interpellare il popolo affinché, come chiede la Lega, possa esprimersi su questo specifico argomento. Seppur restiamo convinti dell’utilità di una quota proporzionale”.

“Se il meccanismo previsto dalla nostra costituzione porterà a un referendum non avremo paura di prendere posizione – concludono – . Pertanto ora, con la consueta chiarezza, diciamo tre cose: siamo favorevoli a dare la possibilità al popolo di esprimersi, concludiamo subito polemiche e discussioni su questo tema e, infine ma più importante, ritorniamo immediatamente a parlare di futuro dei nostri figli e dei nostri anziani, di infrastrutture, di occupazione. In una parola di Liguria”.

Augusto Sartori (FdI) ha ribadito che un sistema maggioritario garantisce la governabilità del paese e ha annunciato voto favorevole. Lilli Lauro (Giovanni Toti Liguria) ha chiesto di aggiungere la propria firma alla proposta di deliberazione. Paolo Ardenti (Lega Nord Liguria- Salvini) ha ringraziato Toti e tutti i consiglieri di maggioranza per avere sostenuto il quesito referendario.

“Chi prende un voto in più deve poter governare il Paese – dice Franco Senarega – L’obiettivo è stato raggiunto. Siamo soddisfatti perché non se ne può più di inciuci e Governo delle poltrone, ma occorre rispettare la reale volontà del popolo italiano”.

Il presidente Giovanni Toti: “In Liguria maggioranza compatta per il sì alla legge referendaria per il maggioritario nel sistema elettorale nazionale. Basta giochetti di palazzo, raccomandati e paracadutati, governi costruiti in laboratorio e alle spalle del voto dei cittadini. Sì ad una legge che consenta al paese di essere governato e agli elettori di scegliere i propri rappresentanti. Le opposioni giallo-rosse, dopo inutili, costose e a tratti grottesche sceneggiate in consiglio hanno abbandonato l’aula, più rossi di vergogna che gialli per aver dovuto difendere alleanze innaturali cementate da poltrone e potere. Volevano cambiare il mondo in meglio, ma è stato più comodo cambiare loro stessi in peggio!”

Sempre oggi, il consiglio regionale ha designato Franco Senarega delegato e Paolo Ardenti delegato supplente per depositare entro il 30 settembre prossimo la proposta referendaria presso la Corte di Cassazione a Roma.

Sempre durante il consiglio di oggi è stato approvato con 17 voti a favore (Giovanni Boitano del Gruppo misto e la maggioranza, escluso Giovanni De Paoli della Lega Nord Liguria, che si è astenuto) è stato approvato l’ordine del giorno presentato da Augusto Sartori (FdI) che impegna la giunta a formulare, con una apposita legge regionale, una proposta di legge al parlamento che preveda almeno una quota di eletti col sistema maggioritario e un premio di maggioranza, compatibile con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, che assicuri all’esito del responso elettorale la vittoria certa delle elezioni ad una parte con la conseguente possibilità di formare immediatamente un governo. Nel documento si chiede, inoltre, alla giunta di formulare con una apposita legge regionale una ulteriore proposta di legge al parlamento nazionale che preveda l’elezione diretta del presidente della Repubblica.

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