Sfogo

Funivie, monito Cgil: “Azienda e politica devono muoversi, i lavoratori vogliono i fatti”

Il sindacato chiede un incontro urgente al Ministero e una azione forte delle istituzioni locali

funivie

Savona. “Ad ormai cinque mesi da quando il Ministero ha sospeso i contributi a Funivie spa, tutti i protagonisti in campo cercano ancora di mettersi in bella mostra, ma di risultati non se ne sono ancora visti. E’ ancora il sindacato in prima fila che sta cercando con mille difficoltà, di porre l’attenzione su una vicenda che rischia di precipitare in tempi brevi e di fare male alla fine solo ai lavoratori. Azienda e Politica, gli attori principali di questa vicenda, fino ad ora hanno arrancato e perso solo del gran tempo”.

Lo sfogo arriva dalla Cgil savonese, che ora chiede una svolta nella soluzione della vertenza.

“Già nel 2015 le organizzazioni sindacali, in previsione dell’azzeramento dei contributi ministeriali al 2022 (previsto dall’accordo di programma), avevano cercato di coinvolgere amministrazione comunale di Cairo (sindaco Briano) e Regione Liguria (Toti appena insediato) a ridiscutere un nuovo piano industriale che potesse dare continuità al trasporto funiviario e di conseguenza alla salvaguardia occupazionale dei dipendenti diretti e dell’indotto” sottolineano il segretario provinciale della Cgil Andrea Pasa e il segretario Filt Cgil Fabrizio Castellani.

“Le motivazioni erano e rimangono ancora oggi importanti e molteplici: le Funivie sono un importantissima infrastruttura al servizio del porto di Savona. Senza Funivie circolerebbero tra i 250/300 camion al giorno tra il porto e la Val Bormida. Inoltre abbiamo sempre sostenuto che potessero svilupparsi nuove possibilità di businnes, tra cui: Trasporto di Rinfuse dal porto di Savona, possibile sviluppo Logistico della Val Bormida, Nuova logistica Ferroviaria e nello stesso tempo intervenire su alcuni rischi che nello specifico riguardano l’obsolescenza di alcune strutture e soprattutto il rischio ambientale. L’obiettivo era trovare la giusta sinergia tra sindacati e istituzioni interessate (Comune di Cairo e Regione Liguria) per trovare gli strumenti attraverso il Ministero per poter dare continuità all’azienda almeno fino alla scadenza della concessione (2032)”.

“Cosa è successo? Assolutamente niente, l’amministrazione non ha portato avanti il nostro percorso e abbiamo dovuto aspettare l’insediamento della nuova amministrazione. Nel frattempo l’azienda si perdeva nei meandri dei ricorsi sulla copertura dei parchi, e nonostante i funivieri ogni anno riuscissero a trasportare più rinfuse che l’anno precedente, era sempre più difficile per la rappresentanze sindacali farsi riconoscere gli emolumenti concordati con accordi sottoscritti negli anni passati”.

“Torniamo ad oggi, nonostante le sollecitazioni, incontri in Prefettura, incontri con politici di ogni schieramento, non si riesce ad ottenere questo incontro al Ministero, il tempo passa e i funivieri sono sempre più a rischio, tutti sono solidali, ma gli unici a muoversi sono le organizzazioni sindacali. Comune di Cairo? Non pervenuto. Regione Liguria? L’assessore Benveduti non riesce ad ottenere un incontro al Ministero. Azienda? Riconosca nel miglior modo possibile tutta la disponibilità e il sacrificio che hanno fatto i lavoratori, e faccia di tutto per ottenere quella continuità necessaria alla salvaguardia occupazionale e al tessuto economico savonese”.

“Basta proclami e attestati di stima, i lavoratori oggi hanno bisogno di fatti. Vogliamo al più presto un incontro con il Ministero, ma non con la burocrazia, lo vogliamo con la politica, perché riteniamo che solo la politica può sbloccare questa situazione. Comune, Regione non ne sono capaci? Ci riusciremo da soli.
Lo dobbiamo ai lavoratori e a tutto il territorio. Nel frattempo invitiamo il Ministero a risolvere velocemente la situazione di stallo che ha creato. Individuare immediatamente i responsabili di questa vicenda, e sbloccare immediatamente i fondi per garantire continuità all’azienda”.

“Qualcuno spieghi alla politica che il carbone trasportato è quello che serve per le acciaierie italiane, perché ci pare di aver capito che qualche politico attraverso le sue dichiarazioni non aveva forse le idee chiare” concludono gli esponenti sindacali.

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