Vado Ligure. La crisi di governo stoppa anche l’atteso decreto salva-Ilva, che riguarda lo stabilimento di Taranto, di Genova, di Novi e gli altri stabilimenti del nord, compresa la Sanac di Vado Ligure. Il provvedimento andava infatti a risolvere il problema delle tutele penali per Arcelor Mittal, subbentrata all’Ilva, tuttavia ora la situazione resta in stand by: il decreto è pronto ma non ancora pubblicato e quindi non operativo, con l’aggiornamento calendarizzato per i primi di settembre che rischia di saltare.
La norma corregge il decreto Ilva del 2015 che dava una immunità penale e amministrativa al commissario straordinario, affittuario o acquirente dell’acciaieria e fissava la scadenza di questo ‘scudo’ al 6 settembre 2019. Ora si precisa che per “affittuario o acquirente e i soggetti da questi funzionalmente delegati” l’immunità resta anche dopo quella data ma applica “con riferimento alle condotte poste in essere in esecuzione” del Piano ambientale “sino alla scadenza dei termini di attuazione previsti dal piano stesso per ciascuna prescrizione” o “dei più brevi termini che l’affittuario o acquirente si sia impegnato a rispettare nei confronti della gestione commissariale di Ilva Spa in amministrazione straordinaria”.
Il decreto, varato da dieci giorni salvo intese, ancora non è stato pubblicato e al momento si starebbero ancora limando e valutando altre norme per risolvere la vertenza industriale, che vede coinvolto direttamente anche lo stabilimento vadese e 80 lavoratori.
Lo stabilimento, specializzato nella produzione di refrattari industriali, era legato al gruppo Ilva. La sua produzione dipende ancora per il 75% da Taranto e quindi dalla nuova proprietà Arcelor Mittal Italia: per questo erano state richieste garanzie in merito alle forniture, garanzie per carichi di lavoro e quindi mantenimento dei livelli occupazionali.
Anche il sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano aveva inviato una lettera al Mise chiedendo di accelerare sulla data di un incontro e dare risposte certe sul futuro dello stabilimento vadese.
Una soluzione positiva per la vicenda ex Ilva è direttamente collegata ad una soluzione positiva per la Sanac di Vado Ligure, ma ad ora nessun incontro è stato fatto per la Sanac e con la crisi di governo in atto la situazione potrebbe avere risvolti negativi. “Auspicavamo fin da luglio un confronto in sede ministeriale per l’azienda vadese, ma non è avvenuto” afferma Tino Amatiello, segretario Filctem-Cgil.
“E’ chiaro che senza l’ok definitivo al decreto salva-Ilva anche per la Sanac non ci sono certezze sul futuro: non è giusto che siano i lavoratori a pagare le negligenze del governo né gli interessi di Mittal. Attendiamo una soluzione positiva altrimenti siamo pronti ad una nuova protesta e mobilitazione per salvaguardare uno stabilimento d’eccellenza del nostro territorio” conclude l’esponente sindacale.