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Valutazione di impatto ambientale per Italiana Coke, Melis (M5S): “Procedura mai avviata, altro che salute e ambiente…”

L'esponente pentastellato: "La giunta regionale non vuole occuparsi di una questione delicata"

italiana coke

Cairo Montenotte. “L’Italiana Coke di Cairo Montenotte continua a essere interessata da un cortocircuito legislativo, cui la maggioranza oggi ha deciso di non porre rimedio nonostante l’atto sia in Consiglio da oltre un anno”. Lo dichiara il consigliere regionale Andrea Melis, primo firmatario dell’odg votato in Aula: l’installazione, infatti, non è mai stata sottoposta a VIA e dopo il voto negativo di oggi non lo sarà nemmeno in futuro, con buona pace di qualsivoglia principio di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini liguri.

E nonostante in merito si sia espresso anche il Parlamento europeo, in seguito all’interrogazione dell’eurodeputata del M5S Tiziana Beghin, cui era stato risposto: ‘Qualora uno Stato membro non proceda a tale valutazione prima di concedere l’autorizzazione, è possibile eseguire una valutazione ex post, in linea con la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea’. Inoltre, ricordiamo alla giunta regionale che per le cokerie la VIA è prevista anche dalla normativa europea (Direttiva 27/6/1985 n. 337)”.

“Regione Liguria, in palese inadempimento della Determina Dirigenziale (la n. 4813/2016, che stabiliva l’avvio della procedura), non ha mai dato corso alla VIA ordinaria postuma per Italiana Coke: per l’impianto dunque non è mai stata valutata la compatibilità complessiva da quando esiste”, spiega il consigliere, che aggiunge: “La maggioranza ritiene che, avendo abrogato la legge, l’ente regionale non sia più tenuto a sottoporre l’impianto a VIA. Secondo noi, proprio perché Regione Liguria con un atto dirigenziale aveva decretato che Italiana Coke dovesse essere sottoposta a VIA prima dell’abrogazione della legge, sia invece tenuta a procedere”.

“A nostro parere, qualora Regione Liguria procedesse a dare atto alla determina dirigenziale che aveva previsto la procedura di VIA ben prima che l’Ente abrogasse la legge, non si rileverebbe alcun tipo di atto illecito – conclude Melis -. Oltre a ciò, vale anche una considerazione politica: quando ci si trova al cospetto di realtà produttive che hanno un evidente impatto sul territorio, con anche potenziali ricadute negative su ambiente e salute, i controlli anziché essere ridotti, dovrebbero essere raddoppiati! E invece, Italiana Coke, tra ricorsi e leggi ad hoc, nel tempo è riuscita a evitare sia la procedura di valutazione di impatto ambientale regionale, sia il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale di competenza provinciale con le eventuali prescrizioni ambientali. Così, gli enti preposti non hanno potuto imporre alcuna prescrizione, o forse non hanno voluto, con buona pace della salvaguardia di salute e ambiente”.

L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha illustrato le verifiche ambientali eseguite, a termini di legge, sull’impianto spiegando che la VIA non rientra fra quelle previste. Mauro Righello (Pd) ha chiesto il rinvio del documento nella competente commissione consiliare. La richiesta è stata respinta dai proponenti.

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